Politica e Sanità
15 Novembre 2011La vaccinazione contro il Papillomavirus, responsabile del tumore alla cervice uterina, non partirà contemporaneamente su tutto il territorio nazionale. La decisione del Governo di offrire, a carico del Servizio sanitario nazionale, il vaccino gratuito per le dodicenni si è scontrata con l''autonomia regionale in campo sanitario. A fare il punto della situazione è il Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell''Istituto superiore di sanità, che ha pubblicato su Epicentro (www.epicentro.iss.it) il rapporto ''Rilevamento sull''introduzione della vaccinazione anti-Hpv nelle Regioni italiane: risultati preliminari''. Sono solo due, Valle d''Aosta e Basilicata, ad avere già avviato l''offerta attiva. Altre otto Regioni (Calabria, Lazio, Liguria, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Veneto) partiranno a gennaio prossimo, mentre Sardegna, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia hanno fissato la data rispettivamente a febbraio, marzo e giugno 2008. All''appello mancano Abruzzo, Campania, Marche, Molise, Lombardia, Provincia autonoma di Trento. "Tutte le 13 Regioni che hanno programmato la data di avvio del programma di vaccinazione - riferisce il documento - prevedono l''offerta gratuita per le dodicenni, per cui il vaccino è stato inserito nella fascia H del prontuario farmaceutico nazionale. La gratuità per questa fascia di età è esplicitamente prevista anche in Campania, Lombardia e Marche, anche se in queste Regioni non è stata fissata la data di avvio dell''offerta. Quattro Regioni prevedono la gratuità per altre fasce d''età oltre alle dodicenni, e due stanno valutando questa opportunità. Sette delle undici Regioni che hanno programmato l''offerta del vaccino anti-Hpv ne prevedono anche la disponibilità in co-payment per altre fasce di età altre due Regioni ne stanno valutando la disponibilità. Anche la Lombardia sta definendo per quali fasce di età prevedere il co-payment". Nessuna decisione è invece stata ancora presa da Abruzzo, Molise e Provincia di Trento. "La maggior parte delle Regioni - ricorda il rapporto - ha riferito che registrerà le vaccinazioni effettuate su anagrafi informatizzate. Solo una Regione ha scelto di utilizzare registri cartacei". Infine, la formazione degli operatori è stata già effettuata in quattro Regioni (Veneto, Liguria, Basilicata, Valle d''Aosta).
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