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Politica e Sanità

16 Novembre 2011

L’Ipasvi vuole gli infermieri in farmacia


Non piace agli infermieri italiani il decreto legislativo sui nuovi servizi in farmacia in discussione al Senato, che riduce significativamente la possibilità di ottenere prestazioni infermieristiche direttamente all''interno degli esercizi

Questa la posizione di Annalisa Silvestro, presidente dei Collegi degli infermieri Ipasvi, che critica lo schema di Decreto legislativo illustrato la scorsa settimana alla Commissione Igiene e sanità di Palazzo Madama dal relatore Luigi D''Ambrosio Lettieri (Pdl). "L''attuale versione del decreto legislativo - afferma la Silvestro in una nota - svuota di significato la presenza degli infermieri in farmacia, prevedendo di fatto prevalentemente l''assistenza domiciliare. Con questa limitazione, non indicata dalla delega e di cui non esiste base giuridica o professionale, si depotenzia la grande carica innovativa che questa normativa potrebbe avere a vantaggio dei cittadini". Il dgls sui nuovi servizi erogati dalle farmacie, infatti, è stato approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri il 31 luglio ed è adesso al vaglio delle Commissioni competenti del Senato e della Camera. Ma contrariamente alle aspettative, il testo limita per le farmacie la possibilità di avvalersi di infermieri per lo svolgimento delle prestazioni infermieristiche tra cui anche le vaccinazioni. A tale prospettiva si erano dichiarati contrari i medici di famiglia.

"Siamo di fronte a un pasticcio, causato forse dal fatto che si è voluto dare ascolto a gruppi evidentemente poco interessati all''opportunità che i cittadini fruiscano di un servizio infermieristico capillare, come quello garantito attraverso le farmacie", obietta la Silvestro. "Noi comunque ci batteremo affinch�, nella versione finale del decreto che verrà rinviato al Governo, cadano queste immotivate limitazioni all''attività degli infermieri e venga assicurato un servizio che risponda alle esigenze dei cittadini". Una posizione, quella di Silvestro, pienamente condivisa da Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani. “E’ la conferma che la proposta che avevamo avanzato, poter contare sugli infermieri professionali nelle farmacie di comunità, risponde a un reale bisogno di salute della collettività, un bisogno che è ben presente a tutte le professioni sanitarie vicine al cittadino. L’impegno degli oltre 400 mila tra infermieri e farmacisti è far sì che il testo del decreto recepisca questa innovazione”.

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