Politica e Sanità
16 Novembre 2011Questo il tema discusso ieri nell''incontro ''Sanità e politica. Quale rapporto?'', organizzato a Roma dal quindicinale ''Il Bisturi in collaborazione con Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso). L''esercito dei nominati è costituito, in particolare, da: 180 direttori generali di Asl; 102 direttori generali di Azienda ospedaliera; 1.800 direttori di dipartimento ospedaliero (scelti tra i dirigenti di struttura complessa del dipartimento); 9.851 medici dirigenti di struttura complessa; 18.545 medici dirigenti di struttura semplice; 5.606 dirigenti di struttura complessa e semplice non medici (veterinari, farmacisti, biologi, chimici, fisici, psicologi e dirigenti delle professioni sanitarie); 2.702 dirigenti amministrativi di struttura complessa e semplice; 767 dirigenti professionali di struttura complessa e semplice (avvocati, ingegneri, architetti e geologi); 535 dirigenti tecnici di struttura complessa e semplice (analisti, statistici e sociologi). La nomina dei direttori generali di Asl e Aziende ospedaliere spetta direttamente alla Regione con criteri di scelta e selezione giudicati però dai più insufficienti, mentre quella dei dirigenti di struttura complessa e semplice spetta al direttore generale che, anche in questo caso, secondo molti, non può contare su criteri di selezione tali da garantire che la scelta cada sempre sul miglior candidato. Da qui le proposte di cambiare i criteri di nomina, previste ad esempio nel ddl sul Governo clinico, in discussione in Parlamento e che punta a valorizzare il merito. Un problema quello delle nomine che riguarda anche la gestione di un''importante fetta dell''economia del nostro Paese, di cui la sanità italiana è uno dei pilastri. Una ricchezza in gran parte frutto dell''attività del Servizio sanitario nazionale che, da solo, dà occupazione a 682 mila addetti, con un finanziamento annuo complessivo già fissato in 104 miliardi e 604 milioni per il 2010. Il che vuol dire un budget medio di circa 370 milioni di euro annui, da amministrare per ognuna delle 180 Aziende sanitarie locali e delle 102 Aziende ospedaliere autonome.
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