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Politica e Sanità

16 Novembre 2011

Gli SSRI rallentano la lattazione


Le donne che assumono farmaci inibitori del reuptake della serotonina (SSRI) possono avere ritardi nella lattazione dopo la nascita del bambino. Lo sostiene uno studio osservazionale che ha coinvolto 431 neomamme e che, in colture di cellule mammarie umane e animali, ha verificato l’influenza degli SSRI e di altri farmaci che agiscono sulla serotonina. La produzione di latte nelle pazienti in terapia antidepressiva con SSRI è sopraggiunta in media dopo 85,8 ore dalla nascita del bambino, mentre le mamme che non assumevano il farmaco il latte era già disponibile dopo 69,1 ore. Un ritardo non trascurabile dal momento che, come ricordano gli autori, l’attivazione secretoria è considerata in ritardo già dopo 72 ore dal parto. Le osservazioni condotte in laboratorio hanno messo in evidenza che gli SSRI alteravano la funzione di barriera nelle ghiandole mammarie e l’effetto era amplificato dalla co-somministrazione di inibitori delle mono-amminossidasi (IMAO), inoltre il trattamento delle cellule con fluoxetina provocava un’involuzione localizzata. E’ quindi evidente che i farmaci che intervengono sugli equilibri della serotonina alterano la secrezione lattea, e nelle pazienti che li stanno assumendo è necessario intervenire per garantire che l’allattamento al seno inizi al più presto.

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