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Politica e Sanità

16 Novembre 2011

L’etichetta? Europea ma più chiara


FederSalus, la Federazione nazionale delle aziende di prodotti salutistici, chiede un sistema chiaro e condiviso per l''approvazione delle informazioni nutrizionali e di salute contenute nelle etichette dei prodotti

E'' con questo obiettivo che ha depositato il 27 gennaio al Mediatore europeo, ovvero il difensore civico della Comunità europea, un ricorso contro la procedura di approvazione degli “health claims”, le informazioni e le indicazioni nutrizionali e salutiste presenti sulle confezioni. Il ricorso riguarda la lista degli health claims nazionali, realizzata anche con il contributo di FederSalus e trasferita dal ministero della Salute alla Commissione Ue nel gennaio 2008. Lo scopo del ricorso - si legge in una nota di FederSalus - è quello di "analizzare le lacune procedurali che sembrano condizionare il lavoro di validazione scientifica dell''Efsa, l''Autorità europea per la sicurezza alimentare, e il successivo giudizio della Commissione". Il Mediatore europeo avrà tre mesi di tempo per ammettere o rigettare il ricorso. Nel caso in cui il ricorso venga accolto, il Mediatore interverrà sulla Commissione Ue per proporre una procedura di valutazione tecnico scientifica più rispettosa" delle norme comunitarie sul tema. FederSalus si fa portavoce di un''iniziativa impegnativa che nessuna organizzazione o operatore, tra i 27 Paesi comunitari, ha a oggi intrapreso. "La nostra associazione - afferma il presidente Germano Scarpa - ha ritenuto indispensabile rivolgersi al Mediatore europeo per attivarsi a difesa del mercato nazionale e comunitario che potrebbe essere pesantemente danneggiato da una applicazione non conforme del Regolamento 1924/06, che norma la materia. Voglio ribadire che il ricorso non si pone assolutamente contro le autorità e gli Enti Europei, di cui rispettiamo il lavoro svolto, ma ha l''unico obiettivo di precisare i termini della procedura utile alla evidenza scientifica dei claims". Il ricorso, qualora fosse accettato, potrebbe rappresentare un passo innovativo e importante per porre le basi di un dialogo tra aziende e organi di controllo e per arrivare a un sistema condiviso che eviti le attuali incomprensioni, conclude FederSalus.

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