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Politica e Sanità

16 Novembre 2011

L’H1N1 è in fase calante?


L’11 febbraio Keiji Fukuda, consigliere speciale del direttore generale dell''Organizzazione mondiale della sanità sulla pandemia, nel corso di una conferenza stampa da Ginevra ha dichiarato che l''Oms chiederà al panel di esperti sull''emergenza pandemica di incontrarsi nei prossimi giorni per stabilire se il picco dell''epidemia di influenza A/H1N1 sia passato, visto il calo generale dell’attività virale registrato.
Nella 5a settimana i nuovi casi stimati delle sindromi influenzali sono 114.000, con un’incidenza totale delle sindromi influenzali pari a 1,90 casi per mille assistiti, simile a quello osservato nella settimana precedente (1,86 casi per mille assistiti). La fascia di età più colpita è sempre quella pediatrica (0-14 anni), con un’incidenza pari a 4,14 casi per mille assistiti (6,22 per mille nella fascia 0-4 anni e 3,08 per mille nella fascia 5-14 anni). Si osserva un lieve aumento dell’incidenza nelle fasce di età pediatriche, mentre tra giovani e adulti (15-64 anni) e negli ultrasessantacinquenni, l’incidenza rimane stabile. E’ stabile il numero di accessi al pronto soccorso e di ricovero per sindromi respiratorie acute.
Crescono le vendite di antivirali, in particolare nelle Regioni centrali, così come quelle antibiotici e analgesici, visto l’aumento di incidenza delle sindromi influenzali.
Nell’ultima settimana non si è registrato alcun decesso legato all’influenza, attestando il numero dei morti a 228.
I primi giorni di febbraio si è tenuta a Bethesda la Conferenza Annuale sulla Antimicrobial Resistance durante la quale si è parlato degli strumenti di diagnosi approvati dalla FDA al sorgere della pandemia. Nonostante i test molecolari fossero disponibili, si sono registrate difficoltà a ottenere dai laboratori pubblici i risultati in tempo utile per facilitare le decisioni di trattamento. Per questo motivo sono stati spesso utilizzati i test rapidi, ma questo ha fatto registrare problemi di sensibilità durante il picco della pandemia. Le istruzioni contenute nei test rapidi riportano, inoltre, un grado di sensibilità maggiore all’influenza di tipo A di quanto dimostrato dagli studi specifici. Il suggerimento è, quindi, che i pazienti con risultato del test negativo ma sintomi sospetti di influenza devono essere comunque trattati tenendo conto delle condizioni di gravità e delle complicanze.
E’ comunque in corso, da parte dell’OMS, la revisione delle linee guida per il trattamento delle sindromi simil-influenzali.

Fabrizio Pregliasco

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