Politica e Sanità
16 Novembre 2011A seguito delle osservazioni riportate sul numero di febbraio del mensile RIF (Rassegna informativa dellOrdine dei Farmacisti di Roma) e relative a una notizia pubblicata lo scorso 17 febbraio da Farmacista33 sul consumo in Italia di farmaci contraffatti, pubblichiamo di seguito una precisazione del Direttore di Farmacista33 rivolta a Emilio Croce, Direttore di RIF.
Gentilissimo direttore,
ho molto apprezzato larticolo di Valeria Bellobono comparso sul numero 2/2010 di RIF (I farmaci contraffatti fanno male. Le informazioni fuorvianti pure), per lapprofondimento dedicato alla vicenda dellindagine promossa da Pfizer sulla diffusione della contraffazione farmaceutica. Non mi trovo daccordo, infatti, nellassegnare al quotidiano della Federazione degli Ordini il ruolo dell utile idiota nella diffusione di quelle che sono giustamente definite informazioni fuorvianti. In effetti, Farmacista33 si è limitato a riportare la notizia di agenzia ripresa pressoch� universalmente, attribuendo ovviamente la paternità dellindagine allagenzia che lha condotta e alla casa farmaceutica che lha commissionata: nessun commento, nessuna dichiarazione che suonasse di avallo alle tesi sostenute e ai dati portati a supporto. E sicuramente non costituiva lapertura del giornale. Peraltro, che la notizia non fosse così facilmente controllabile e, come direbbe Carl Popper, falsificabile nei tempi della stampa quotidiana, lo provano alcuni esempi illustri. Per esempio, sul Corriere della Sera, il 21 febbraio (!), Riccardo Renzi, direttore di Corriere Salute, si appoggiava a questi dati per comporre la sua rubrica, peraltro dai contenuti ineccepibili visto che metteva in guardia dai pericoli delle-commerce farmaceutico. Ma non basta: il 2 marzo 2010 (!), la Repubblica ospita un articolo di Maria Paola Salmi, intitolato Farmaci Truffa, in cui non solo viene ripresa lindagine, a costruzione del servizio, ma si intervista direttamente la responsabile comunicazione di Pfizer Italia. Interessante, in questo articolo, il fatto che sia stato interpellato anche Domenico Di Giorgio, coordinatore delle attività anticontraffazione dell'' Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Il dottor Di Giorgio dice testualmente: �I dati relativi all'' Italia che emergono dalla ricerca appaiono eccessivi ma vanno comunque valutati: stiamo parlando di un bersaglio mobile, flessibile, e di una rete criminale capillare, e Internet si presta a questo traffico per diversi motivi�. Questo per dire che neppure allAIFA, nel giro di pochi giorni, era stato possibile andare al fondo della veridicità dei dati riportati, così come non era stato per due quotidiani nazionali, cui non mancano certo n� mezzi n� entrature. Tra questi due esempi illustri, stanno comodamente tante altre testate, dalla Reuters al Giornale di Brescia, che hanno riportato la notizia, con minore o maggiore risalto e partecipazione (per così dire). E chiaro, poi, che con i tempi di un mensile, è possibile fare ricerche più approfondite, anche perch�, nel frattempo, la situazione si è decantata, e scendere nei dettagli. Non è questo lo scopo di Farmacista33: è un quotidiano e vive di tempestività nel riferire quanto viene detto e da chi viene detto.
E anche per questo, mi si permetta, che Farmacista33 ha rappresentato un fatto importante nella comunicazione del mondo della professione, e ha guadagnato giorno per giorno un seguito sempre maggiore; forse, anche lessere chiamati in causa su questa vicenda è un segno di successo. Però, in definitiva, è chiaro che se la fonte è riportata, è questa che si assume la responsabilità dei fatti riferiti. Il resto è polemica la cui utilità i farmacisti romani, con il loro proverbiale acume, sapranno valutare.
Vincenzo Coluccia
Direttore Responsabile
Farmacista33
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