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Politica e Sanità

16 Novembre 2011

Italia in ritardo nel valutare tecnologie salute


L''Italia è in ritardo sull''utilizzo puntuale di sistemi per la valutazione delle tecnologie sanitarie, dai farmaci alle apparecchiature mediche. La Health Techonology Assessment (HTA), questo il termine tecnico, è infatti già in uso in modo organico, per esempio in Gran Bretagna dal 1999   Lo ricorda Americo Cicchetti, ordinario di organizzazione aziendale presso la Facoltà di Economia dell''Università Cattolica in occasione della V Conferenza Europea dell''ospedale organizzata dal Centro nazionale per l''edilizia e la tecnica ospedaliera (Cneto) e dall''Università Cattolica di Roma, che si svolge da ieri fino a sabato, presso l''ateneo capitolino. "Anche se oggi siamo di fronte a un rapido sviluppo di questo approccio di valutazione costo/efficacia di ogni nuovo strumento o trattamento da introdurre nella cura dei pazienti - spiega Cicchetti -siamo ancora carenti sul fronte della creazione di competenze formate ad hoc per l''utilizzo dell''HTA. Per dare maggiore impulso all''utilizzo dell''HTA serve inoltre instaurare un rapporto tra queste competenze e gli stakeholders". In Italia, aggiunge, "oggi i report sull''utilizzo dell''approccio HTA da parte di agenzie pubbliche si contano sulle dita delle mani, non saranno più di dieci. è però vero che alcune Regioni si stanno muovendo prima delle altre, per esempio Lombardia, Veneto e in parte anche Piemonte, Emilia Romagna e Toscana, che hanno cominciato a deliberare sull''utilizzo dell''HTA". L''esperienza internazionale, però, sottolinea Cicchetti, "ci dice che questo tipo di approccio alla valutazione sia meglio utilizzato quando regolamentato a livello centrale, cioè da parte dello Stato". Ecco quindi che, malgrado esperienze ristrette a poche Regioni, oggi l''impatto reale dell''HTA in Italia è ancora limitato e non quantificabile. L''HTA, precisa l''esperto, non ha in s� l''obiettivo del risparmio, ma quello di valutare uno strumento o un farmaco a 360 gradi e riuscire a scegliere, quando ci sono molte alternative, quella migliore in termini di costo/efficacia, in modo da avere il massimo impatto positivo su pazienti, società e operatori. "Nell''ambito dell''HTA, così come avviene già in altri Paesi, ci sarà anche l''intervento diretto, ma in modo strutturato e quindi più equo, dei cittadini e delle associazioni di pazienti, che potranno dire la loro, ad esempio attraverso dei focus group, e quindi partecipare a un certo livello nel processo decisionale di valutazione HTA; una vera rivoluzione", conclude Cicchetti.

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