Politica e Sanità
16 Novembre 2011Rendere pubblici i dati sugli effetti collaterali causati da un farmaco anti-acne. Il mediatore europeo Nikiforos Diamandouros è tornato a chiederlo all''Agenzia europea dei medicinali (Ema), invitandola a riconsiderare il suo rifiuto a divulgare i dossier. A rivolgersi al mediatore europeo era stato un cittadino europeo, dopo che nell''aprile 2008 l''agenzia aveva rimandato al mittente la sua richiesta di conoscere i documenti sulle reazioni avverse legate all''utilizzo del farmaco, rifiutandosi di renderli pubblici. Fra gli effetti collaterali sospetti riconducibili al medicinale per il trattamento di gravi forme di acne, anche la comparsa di pensieri suicidi. L''Ema, da parte sua, ha sempre giustificato il diniego sostenendo che "le regole di trasparenza dell''Unione europea non si applicano ai report sulle reazioni avverse". I cittadini, secondo l''ente di controllo sui farmaci, non ne beneficerebbero perch� la divulgazione potrebbe tradursi "nella circolazione di dati poco veritieri o inaffidabili". Il mediatore torna oggi alla carica: dal suo punto di vista, la normativa Ue sulla trasparenza si applica a tutti i documenti dell''Ema. L''agenzia, sottolinea Diamandouros in un comunicato stampa sul sito internet, "ha un ruolo cruciale nell''approvazione e nel monitoraggio delle medicine immesse sul mercato. Dal momento che il suo lavoro ha un impatto diretto sulla salute dei cittadini europei, è fondamentale da parte dell''Ema assicurare il più ampio accesso possibile ai documenti e favorire una politica di informazione proattiva a beneficio dei cittadini". Il mediatore ha lanciato infine un ultimatum: emettere un parere dettagliato entro il 31 luglio.
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