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Politica e Sanità

15 Novembre 2011

Ricominciano le trattative


Riprende oggi  il confronto tecnico sul sistema farmaceutico. Una tornata importante, che oltre ai rappresentanti del ministero della Salute vedrà confrontarsi con FOFI, Federfarma e Assofarm anche il sottosegretario per lo sviluppo economico, senatore Filippo Bubbico. La base di partenza della trattativa è il documento che ha già da tempo ottenuto il consenso del ministro della Salute Livia Turco e che vale la pena di riassumere:


  • Riduzione del numero di abitanti necessario per l’apertura di una farmacia. Oggi la legge prevede l’apertura di una farmacia ogni 5.000 abitanti nei comuni con meno di 12.500 abitanti e di una farmacia ogni 4.000 abitanti nei Comuni con più di 12.500 abitanti. Il tavolo propone di consentire in tutti i Comuni (indipendentemente dal numero dei residenti) l’apertura di una farmacia ogni 3.800 abitanti;

  • Possibilità di aprire una farmacia anche senza rispettare il requisito del numero minimo di abitanti, nel caso la farmacia più vicina sia difficilmente raggiungibile. Tale soluzione potrebbe essere applicata nei nuclei con almeno 1.000 abitanti. La nuova farmacia dovrebbe essere situata almeno a 1.500 metri di distanza da una farmacia già esistente; 

  • possibilità di garantire il servizio farmaceutico, nei piccolissimi centri, dove una farmacia non potrebbe sopravvivere tramite l’apertura di un dispensario farmaceutico, cioè di una piccola succursale della farmacia più vicina; 

  • Apertura di farmacie negli aeroporti, nelle principali stazioni ferroviarie e nei grandi snodi autostradali;  Apertura di farmacie nei grandi centri commerciali; 

  • Snellimento delle modalità di assegnazione delle 2.000-2.200 nuove farmacie così individuate. Oggi, la legge prevede una procedura complessa basata su un concorso per titoli ed esami; in molte Regioni i concorsi vengono bloccati da lungaggini burocratiche e da ricorsi;

  • Introduzione di maggiore flessibilità negli orari di apertura delle farmacie, in linea con quanto richiesto dall’Antitrust; 

  • Eliminazione, a cura dell’AIFA entro tre mesi, dell’obbligo di ricetta medica per i farmaci di uso consolidato e che danno sufficienti garanzie di sicurezza, al fine di ampliare la gamma di medicinali che possono essere venduti nelle parafarmacie e nei supermercati.

Proposte concrete, capaci di considerare sia le esigenze di un più facile accesso alla titolarità, sia le ragioni della concorrenza, pur conservando l’impostazione razionale e regolata che un servizio pubblico deve mantenere. Su questa base, e su questi principi, i rappresentati dei farmacisti sono sempre stati disposti a trattare, come continueranno a fare anche oggi.

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