Politica e Sanità
15 Novembre 2011Modificare le leggi europee sulle sperimentazioni cliniche, per ridurre il peso degli interessi delle industrie farmaceutiche. E'' questo, in sintesi, l''appello lanciato da Silvio Garattini, direttore dell''Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano. "E'' importante � ha detto Garattini margine di un convegno milanese sull''etica della sperimentazione clinica organizzato dalla Fondazione europea Dragan - che venga richiesta dall''EMEA, l''Agenzia europea del farmaco, la dimostrazione del valore aggiunto di un medicinale, e che almeno uno dei due studi necessari per dimostrare l''efficacia e il rapporto beneficio-rischio sia condotto da un''organizzazione indipendente e non solo dalle industrie". Sul funzionamento dell''EMEA Garattini auspica un cambio radicale: "è necessario - spiega - che si tolga il segreto che esiste intorno a tutta l''attività di registrazione dei nuovi farmaci, in modo da avere una maggiore trasparenza". L''esperto considera inoltre un "fatto anomalo" che l''EMEA risponda al Direttorato generale dell''industria. "Dovrebbe piuttosto - chiarisce - rispondere a quello della sanità, come tutte le agenzie del farmaco che esistono nei diversi Paesi europei". l problema, aggiunge, è che "nel campo dei trial clinici ha acquisito sempre più importanza l''industria farmaceutica che oggi finanzia quasi l''80% delle sperimentazioni per i farmaci. Questo crea problemi di natura etica perch� è chiaro che il suo interesse è quello di poter fare andare avanti i suoi prodotti". Secondo Garattini, servono confronti fra i farmaci, e non fra medicinali e placebo, e "purtroppo la legislazione europea non aiuta perchè non li chiede", incalza. "Basta che un farmaco sia uguale o non inferiore all''altro, non deve avere nessun valore aggiunto". Un meccanismo ''non etico'', secondo l''esperto, perch� di fatto "permette l''utilizzo dei malati per scopi commerciali che non hanno niente a che fare con l''interesse delle persone. Da questo circolo vizioso si può uscire solo modificando le leggi". Un altro problema che sta diventando cronico, conclude, "è il continuo aumento del prezzo dei farmaci che oggi, per certe patologie, raggiunge cifre nell''ordine di centinaia di migliaia di euro l''anno. Bisogna sviluppare il concetto del risk-sharing'''', ovvero dividere il rischio, e soprattutto i costi, fra Stato e aziende produttrici e far pagare al SSN le cure innovative solo per quei pazienti che ne traggono davvero benefici.
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