Politica e Sanità
16 Novembre 2011Se domenica scorsa, dal Centro Congressi Nuova Fiera di Milano, Federfarma ribadiva il suo no a sanatorie o corridoi preferenziali per le parafarmacie, tra le sigle che rappresentano gli esercizi di vicinato c’è invece chi sposa proprio per questa ipotesi. È il caso di Essere farmacisti (Ef), il cui presidente, Alessandro Mazzacca, ritorna in questa intervista a parlare di riordino e destino delle parafamacie.
Presidente, Federfarma dice no a sanatorie per gli esercizi di vicinato, voi invece insistete. Perché?
Le proposte di riordino del servizio attualmente in discussione al Senato prevedono da una parte l’apertura di qualche migliaio di nuove sedi, dall''altra penalizzano le parafarmacie. Vedi per esempio lo spostamento di pochi farmaci dalla fascia C alla Sop che favorirebbe solo la Gdo. Inoltre, la prevista assegnazione di farmacie attraverso concorsi, anche se con punteggio maggiorato, vedrebbe comunque i farmacisti titolari di parafarmacia penalizzati rispetto ai colleghi di farmacia.
Cosa propone Essere Farmacisti?
Tramite una deroga speciale, permettere a tutti i farmacisti proprietari di parafarmacia di convertire la struttura in farmacia. Abbiamo avuto incontri con tutti i gruppi politici a livello locale, regionale e parlamentare perché riteniamo sia giusto trovare una convergenza trasversale. In sostanza vogliamo soltanto essere riconosciuti professionalmente.
Quali sono i possibili benefici di questa proposta?
Otterremo un miglior servizio di distribuzione del farmaco e un miglior accesso della popolazione ai nuovi servizi promossi dal Ministero della Salute. Infatti, trasformando le poco più di mille parafarmacie di proprietà di farmacisti in farmacie, aumenterebbero sia l''occupazione nel settore sia l''indotto, senza stravolgere il sistema.
Quindi un''evoluzione in linea con la legge Bersani?
Così come è stata concepita e messa in atto, la Bersani ha certamente creato un miglioramento nel servizio alla popolazione, ma c''è un rovescio della medaglia: aver “creato” molti farmacisti mortificati sia dal punto di vista economico sia, soprattutto, da quello professionale, non potendo esercitare la propria professione al cento per cento.
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