Politica e Sanità
16 Novembre 2011È dura la replica con cui Federfarma Friuli Venezia Giulia replica alle dichiarazioni con cui l’assessore regionale alla Salute, Vladimir Kosic, aveva difeso la delibera 1448/2010 che riconferma la distribuzione diretta nella Regione negando ripercussioni a danno dei pazienti (vedi Farmacista33 del 15 dicembre). «La qualità del servizio di assistenza farmaceutica» ricorda Federfarma in una nota «deve essere misurata sia sotto il profilo dell’accessibilità sia sotto quello della professionalità e della struttura in cui essa si esplica: non è affatto vero che l’agevolazione indiscriminata dell’accessibilità al farmaco rappresenta un miglioramento del servizio se va a discapito della professionalità e della qualità strutturale. Non è un caso che, in base a canoni ormai consolidati da quasi un secolo, l’equilibrio tra accessibilità e professionalità dell’assistenza farmaceutica sia definito da principi come quello della Pianta organica, quello della riserva di legge della distribuzione del farmaco in farmacia sotto la responsabilità di un farmacista e quello della continuità assistenziale 24 ore su 24». L’assessore Kosic, in sostanza, «non sembra tenere in considerazione l’importanza della professionalità del farmacista e della qualità strutturale della farmacia: ora ci aspettiamo che, in nome di un vantaggio del paziente, l’assessore consigli alle Enti del Servizio sanitario regionale di fornire, ai pazienti a cui vengono consegnati farmaci, anche consulenze legali, progetti architettonici, calcoli ingegneristici eccetera, sempre a cura degli infermieri».
Dal canto suo, Federfarma regionale riconferma la propria tesi secondo la quale la distribuzione diretta si configura di fatto come un ticket occulto ai danni del paziente. «Lo confermano» riprende la nota «i recenti orientamenti palesati dalla Regione sull’applicazione della determinazione Aifa dello scorso 2 novembre. Mentre, cioè, la legge e le istituzioni hanno preso atto che il miglior servizio di assistenza farmaceutica si garantisce attraverso le farmacie, territorialmente pianificate e professionalmente qualificate, e hanno individuato il sistema per portare in farmacia anche i farmaci altamente specialistici con il loro inserimento nel Pht, la Regione attua il percorso inverso: non solo non favorisce la dpc ma, addirittura, pretende di portare di fatto in distribuzione diretta anche medicinali non ricompresi nel Pht, costringendo i cittadini a onerosi spostamenti per procurarsi i farmaci che potrebbero tranquillamente trovare nella farmacia sotto casa: siamo di fronte a un ticket che, oltre che essere occulto, è anche profondamente iniquo, venendo a gravare proprio sulle categorie di pazienti più bisognose di assistenza».
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