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Politica e Sanità

15 Novembre 2011

Botta e risposta sulla Ru486


A pochi giorni dalla riunione dell''Agenzia italiana del farmaco (AIFA) per la valutazione della richiesta di registrazione della pillola abortiva Ru486 (mifepristone), prevista per il prossimo 10 dicembre, si rinfocolano le polemiche. Da una parte, la società medico-scientifica interdisciplinare Promed Galileo, ha resentato una review ieri alla Camera dei deputati, in cui si sostine che l’aborto farmacologico presenta una mortalità 10 volte superiore a quello chirurgico. Fino a oggi sono stati 16 in tutto il mondo i decessi riconducibili all''assunzione della pillola abortiva. L''iniziativa di procedere con una revisione dei dati disponibili in letteratura - è stato spiegato durante l''incontro - è dovuta al fatto, secondo Promed, che le conclusioni degli studi effettuati fino a oggi su questo farmaco sono fra loro contraddittorie e a volte non oggettive. "L''Agenzia italiana del farmaco dovrebbe tenere conto - ha detto Nicola Natale, ginecologo dell''associazione Medicina e persona - dei dati che abbiamo elaborato, peraltro sono già in possesso della stessa agenzia, che ne ha parlato nel suo ultimo bollettino sui farmaci". Ha risposto, riferendosi anche a un articolo del quotidiano Avvenire,  il ginecologo Silvio Viale, primo fra gli sperimentatori in Italia della Ru486, riferendosi all''articolo intitolato ''Il dossier che inchioda la pillola abortiva'' pubblicato oggi sulla testata, in cui vengono analizzati dati sulla presunta pericolosità del medicinale. "Trattandosi di una procedura europea di mutuo riconoscimento, che si basa su solide evidenze scientifiche, su una ventennale esperienza di uso del farmaco nel Vecchio Continente e sulla recente revisione della scheda della Ru486 da parte dell''Agenzia europea (EMEA), approvata dalla Commissione europea nel giugno scorso - sottolinea Viale - le questioni scientifiche legate alla sicurezza e all''efficacia del farmaco sono fuori discussione. Il medicinale - ricorda l''esperto - è registrato in 13 paesi europei (mancano solo Italia e Irlanda), lo è già in altri paesi e presto sarà registrata in altri. In 20 anni di storia la pratica clinica ha sempre superato le polemiche. Nel 2007 l''EMEA e la Food and Drug Administration (FDA), hanno ribadito la sicurezza del farmaco. L''Organizzazione mondiale della sanità ha confermato il mifepristone nella lista dei farmaci essenziali.

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