Politica e Sanità
15 Novembre 2011Una sentenza della Sesta sezione penale della Cassazione ha confermato che i rimedi omeopatici pur non essendo riconosciuti dallo Stato" devono comunque essere prescritti da un medico abilitato alla professione. Diversamente, chiunque prescriva medicinali omeopatici senza essere in possesso del titolo di medico va incontro ad una sicura condanna penale per esercizio abusivo della professione medica (reato previsto dall''articolo 348 CP), anche se i pazienti sono consapevoli che la persona a cui si sono affidati non ha conseguito alcuna laurea in medicina.
Così
La Cassazione va anche oltre, ricordando che tra le "attività di esclusiva competenza dei medici" figurano la "chiropratica, l''agopuntura, i messaggi terapeutici, l''ipnosi curativa, la fitoterapia, l''idrologia". Possono invece stare abbastanza tranquilli quanti si rivolgono ad ottici per la prescrizione di lenti a contatto: perchè per questi non è prevista la laurea in medicina. Stesso discorso per l''attivazione di una ginnastica oculare rieducativa mediante apparecchiatura elettronica, l''elettrodepilazione, la misurazione della pressione arteriosa non seguita da giudizio diagnostico, la gestione in un centro tricologico con finalità di miglioramento estetico, la consulenza dietetica in un centro di rieducazione alimentare, la vendita di erbe con indicazione della loro modalità di azione, la realizzazione di tatuaggi. In tutti questi casi non serve è necessario essere medico. Una distinzione regolata da una norma che, specifica la Corte, non è certamente volta "ad interessi di tipo corporativo", ma guarda esclusivamente all''"interesse della collettività al regolare svolgimento delle professioni per le quali sono richieste una speciale abilitazione e l''iscrizione nell''albo". E sempre per tutelare i pazienti, nel puntuale vademecum la Cassazione ricorda che "commette reato di abusivo esercizio della professione di dentista l''odontotecnico che svolga attività riservata al medico nei confronti dei pazienti che si rivolgono a lui". Stesso rigore va applicato al biologo, che commette
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