Politica e Sanità
16 Novembre 2011Gli sconti sui margini di farmacie (1,82%) e aziende farmaceutiche (1,83%) applicati da agosto in base a quanto sancito dalla Manovra del 31 luglio scorso si applicano retroattivamente per i due mesi di vigenza del dl 78/2010, ossia dal 31 maggio. Così prevede uno dei paragrafi del maxiemendamento al ddl Milleproroghe presentato dal Governo e approvato ieri al Senato. È il rattoppo che i governatori auspicavano per mettere una diga alla marea montante dei contenziosi aperti dai farmacisti per recuperare la trattenuta del 3,65% sulle mensilità di giugno e luglio: in gioco c’erano un’ottantina di milioni di euro, cui le Regioni non intendevano rinunciare perché parte di un pacchetto di tagli che servivano a controbilanciare la sforbiciata del Governo (600 milioni) al budget 2010 per la farmaceutica. Se quei soldi devono essere restituiti alle farmacie, era il ragionamento dei governatori, li metta Tremonti. Oppure si trovi una soluzione diversa. Ed eccola la soluzione, non proprio “ethically correct” dal punto di vista giuridico. L’intervento era nell’aria (si parla di un emendamento sul 3,65% da un paio di settimane) ma pochi forse immaginavano una soluzione “fifty-fifty” come questa. Di certo non Farmindustria, che per bocca del suo presidente, Sergio Dompé, ha subito espresso forti critiche per il provvedimento: «Ormai è chiaro» ha detto ieri in un’intervista al Sole-24 Ore «in Italia non si vuole che investiamo, facciamo ricerca, creiamo occupazione». «Le Regioni avevano chiesto un emendamento che confermasse per quei due mesi il 3,65% a carico delle sole farmacie» è invece il commento del presidente di Federfarma, Annarosa Racca «Governo e Senato invece hanno voluto riprendere lo schema della legge di conversione. Si tratta di una tassa che ricade su farmacie e industrie e che può essere scavalcata soltanto aprendo il tavolo sulla riforma della remunerazione». Invece, resta insoluta la querelle riguardante l’applicazione dello sconto su generici e ossigeno, come prescriveva un intervento dell’Aifa di fine novembre recentemente impugnato da Federfarma. «Saremmo l’unico paese» commenta Racca «che non solo non prevede incentivi al farmacista per dispensare gli off patent, ma addirittura li disincentiva».
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