Politica e Sanità
16 Novembre 2011Sulla liberalizzazione degli orari di apertura delle farmacie la Campania si prepara a fare marcia indietro. La commissione Sanità del Consiglio regionale ha, infatti, proposto l’abrogazione della modifica alla legge 7/1980 che nel novembre scorso aveva abolito il tetto delle 60 ore settimanali. Approvato dall’assemblea consiliare con un blitz che aveva colto tutto di sorpresa, il provvedimento si era subito attirato le contestazioni di ordini e Federfarma campane. Era quindi scattato un intenso lavoro di mediazione nei confronti della maggioranza di governo che con l’intervento della commissione Sanità sta raccogliendo i primi frutti. Anche se i farmacisti preferiscono restare cauti. «La proposta va ora esaminata dal Consiglio» commenta il presidente di Federfarma Campania, Nicola Stabile «e al momento neanche si sa quando se ne discuterà. Il fatto però che la Commissione abbia approvato all’unanimità rappresenta comunque un punto a nostro favore». Per una Regione che dopo aver liberalizzato si appresta a tornare indietro, ce n’è un’altra che invece sulla deregulation potrebbe accelerare. È il Veneto, dove nei giorni scorsi è stata presentata una proposta in Consiglio di legge regionale diretta a trasformare la soglia delle 40 ore settimanali da tetto massimo a tetto minimo delle aperture, spalmato su sei giorni. Una copia quasi identica della proposta era stata già presentata un anno fa per essere poi bocciata in commissione Sanità per un solo voto di differenza e il precedente spiega forse perché Federfarma regionale preferisca per ora la strada della diplomazia: «Dobbiamo ancora esaminare il testo in tutti i suoi dettagli» dice il presidente dei titolari veneti, Marco Bacchini «sappiamo in ogni caso che nell’iter legislativo del provvedimento avremo l’opportunità di presentare le nostre proposte». Probabilmente è un riferimento alla bozza per un disegno di legge sugli orari delle farmacie che sindacato e ordini hanno in cantiere da circa tre anni ed è ormai agli ultimi ritocchi. Il documento contempla un innalzamento del tetto settimanale (fino a 46-48 ore) e l’abolizione dell’obbligo delle ferie estive. «Per noi la bozza va bene così com’è» sottolinea il presidente della Conferenza degli ordini veneti, Adriano Guiotto «tocca a Federfarma dire la sua. Di certo la deregolamentazione totale degli orari trova contrari anche gli ordini».
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