Politica e Sanità
16 Novembre 2011La distribuzione di farmaci a domicilio del paziente cronico a carico dell’Asl «costituirebbe gravissima lesione a quelli che sono i diritti del paziente che in tal modo verrà privato dell’indispensabile informazione farmaceutica e sul corretto uso dei farmaci, non senza potenziali negative ripercussioni sulla sua salute» e in più «svilirebbe oltremisura il ruolo e la figura del Farmacista perché le prerogative tipiche della sua professione verrebbero affidate a semplici fattorini e quindi potrebbe anche configurarsi il reato di esercizio arbitrario di una professione». Lo sottolinea Conasfa, la Federazione Nazionale dei Farmacisti non titolari, commentando l’ipotesi proposta sperimentalmente dalla Asl 10 di Firenze. «La professione del Farmacista» aggiunge Conasfa, «persegue, come finalità primaria, la salvaguardia dei diritti del malato, il rispetto della vita e la corretta ed esauriente informazione circa il contenuto, attività terapeutica, la posologia, le modalità e i tempi di somministrazione, le controindicazioni, gli effetti collaterali, le incompatibilità di qualunque natura dei medicinali dispensati».
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