Politica e Sanità
16 Novembre 2011Dopo Farmindustria, le Poste ammaliano anche il governatore del Veneto, Luca Zaia. Che l’altro ieri, nel corso di una trasmissione televisiva locale, ha anticipato il progetto di portare negli uffici postali la prenotazione di visite mediche ed esami così come il ritiro referti. «Sarà un servizio straordinario» ha precisato il governatore «grazie alla capillarità degli sportelli e all’aiuto che il personale delle Poste offrirà a chi non ha dimestichezza con le prenotazioni on line». Asse portante dell’intero progetto è l’accordo quadro tra Poste e Regione promulgato il 22 febbraio scorso con delibera di Giunta. Una delibera che rischia di togliere il sonno ai farmacisti veneti, perché tra i servizi inseriti nell’intesa non ci sono solo «la prenotazione di visite specialistiche, i sistemi di pagamento e incasso ticket e la consegna di referti sanitari in modalità multicanale» ma anche «servizi di gestione del rischio clinico (risk management) e di logistica del farmaco». Di più al momento non si sa, anche perché ogni singolo servizio partirà soltanto dopo la stipula di contratti dedicati, nei quali sarà anche definito il capitolo economico. Intanto le farmacie venete – che fanno il Cup dappertutto, tranne che a Padova e Belluno - seguono l’evolversi della vicenda con forte preoccupazione: «Nelle settimane scorse avevamo avuto anticipazioni dei progetti della Giunta» commenta il presidente di Federfarma regionale, Marco Bacchini (foto) «ma esponenti della maggioranza e del governo regionale ci avevano tranquillizzato. Torneremo a parlare con loro per esprimere tutte le nostre perplessità sull’intesa. A parte quel passaggio sulla logistica del farmaco, che vorremmo capire, si fa fatica a cogliere la logica della scelta: le farmacie sono radicate sul territorio quanto se non più delle Poste e il farmacista sa “leggere” una ricetta rossa molto meglio di un impiegato allo sportello. È un problema di costi? È vero, vorremmo una remunerazione per il Cup, ma finora con la Regione non s’è ancora parlato di cifre, quindi impossibile sostenere che le Poste costino di meno».
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