Politica e Sanità

17 Novembre 2011

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A meno di improbabili ripensamenti dell’ultimo momento, entrano oggi in vigore le liste di trasparenza dell’Aifa con i prezzi di riferimento sugli equivalenti rimborsati. Inutili le richieste di un rinvio di almeno due settimane avanzate lunedì da farmacie e grossisti: l’obiettivo dichiarato era quello di dare il tempo alla filiera di smaltire i magazzini e alle aziende produttrici di abbassare i prezzi, ma l’Agenzia non si è lasciata convincere. Probabile che abbia pesato di più la precarietà dei bilanci economici di parecchie Regioni, letteralmente affamate dei risparmi promessi dalla Manovra dell’estate scorsa. Tanta fretta non poteva non avere effetti collaterali: nel momento in cui scriviamo non risultano comunicazioni da parte di alcun produttore su abbassamenti o allineamenti dei prezzi, dunque per qualche giorno almeno chi prende un equivalente in farmacia sarà comunque costretto a pagare una differenza, spesso di uno o due euro ma talvolta di una cinquantina e anche più. E questo per i farmacisti rappresenta il rovescio della medaglia: il lato buono riguarda le giacenze, che manterranno intatto buona parte del proprio valore fino a quando tra i produttori non scatterà l’inseguimento al ribasso (per questo, alcune Federfarma stanno consigliando agli iscritti di non eccedere negli ordini fino a quando la situazione si sarà stabilizzata). Il rovescio di cui si diceva, invece, riguarda la relazione con il paziente: i titolari dovranno fare appello a tutte le loro doti comunicative per spiegare agli assistiti perché da oggi non basterà più chiedere il generico meno caro per evitare di mettere mano al portafoglio. E per le famiglie meno abbienti la sorpresa non sarà gradita.