Politica e Sanità
15 Novembre 2011Revisione dei Lea
"Un passo indietro" la proposta di revisione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) che giovedì prossimo dovrebbe essere discussa in Conferenza Stato-Regioni. Questo il giudizio della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) sullo schema di Dpcm. La Fimmg dunque lancia un appello al ministro della Salute Livia Turco e alle Regioni affinch� posticipino l''approvazione del contestato decreto. "Dalla lettura del documento in discussione emergono forti contraddizioni rispetto al contenuto del Documento di programmazione economico finanziaria (Dpef) - spiega Giacomo Milillo, segretario nazionale di Fimmg - riguardo al potenziamento dell''assistenza primaria. I medici di medicina generale e pediatri di libera scelta vengono emarginati dall''assistenza domiciliare, residenziale e semiresidenziale, mentre vengono introdotti percorsi burocratici tanto inutili quanto gravosi per medici, per il servizio e per i cittadini, e vincoli inaccettabili e complessi alla prescrizione di specifiche indagini diagnostiche. Tutto è orientato a limitare la spesa e si finisce con spendere di più in burocrazia. Il provvedimento che dovrebbe definire con chiarezza le prestazioni che sono garantite a ciascun cittadino - continua Milillo - si occupa invece di discriminare fra i vari professionisti della sanità creando steccati fra dipendenti e convenzionati, fra specialisti e medici di medicina generale, rendendo sempre più difficile la tanto auspicata integrazione fra ospedale e territorio". Fimmg lancia quindi un appello al ministro alla Salute Livia Turco e alle Regioni, chiedendo il rinvio dell''approvazione di un documento che "contiene ancora troppi punti ambigui e che, soprattutto, sembra trascurare alcuni fondamentali principi di prevenzione e promozione della salute tra i cittadini". Molti i punti contestati, come la "previsione di una visita specialistica per certificare l''incontinenza a chi chiede una fornitura di pannoloni, anche nell''ambito dell''assistenza domiciliare". Una procedura, secondo Fimmg, "che serve solo a complicare la vita degli assistiti e dei loro familiari, quando il medico di medicina generale potrebbe risolverlo in modo semplice ed economico". E ancora: "l''eliminazione dell''ipertensione arteriosa ''senza danno d''organo'' dalle patologie croniche, costringendo i pazienti a sottoporsi a inutili e costosi accertamenti". Una decisione, secondo la Fimmg, che dimostra di "non credere alla prevenzione secondaria, aspettando che si sviluppino complicanze più costose da curare". Il sindacato punta inoltre il dito sul "percorso a ostacoli burocratico per la prescrizione della densitometria, ovvero l''esame che serve a valutare l''osteoporosi, con un atteggiamento che deresponsabilizza l''atto medico, aumenta i disagi a carico del cittadino e danneggia il rapporto medico-paziente".
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