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Politica e Sanità

15 Novembre 2011

Pochi oppiodi molti FANS


In Italia, secondo i dati relativi al 2006 diffusi dall''Osmed (Osservatorio nazionale sull''impiego dei medicinali) si spende, all’anno, 5 volte di più per i farmaci antinfiammatori che per gli oppiacei deboli o forti; quasi 220 milioni di euro per i primi (tra non steroidei o FANS, 149 milioni, e inibitori degli enzimi Cox-2 o Coxib, 70 milioni), contro appena 45 milioni per i secondi. In particolare, FANS e Coxib pesano per il 2,2% del totale, gli oppioidi deboli per lo 0,27% e quelli forti per lo 0,22%. La terapia del dolore in Italia avviene per il 90% circa attraverso antinfiammatori, contro una media europea intorno al 70%. E ancora, esaminando le 10 classi terapeutiche più consumate in Italia (almeno nel 2006), al primo posto troviamo gli antiulcerca con una spesa di 749 milioni di euro e al decimo i tranquillanti con 235 milioni. Che pure distanziano di 100 volte gli analgesici narcotici (26 milioni) e il diffuso fra questi ultimi occupa il 186esimo posto nella classifica dei medicinali più usati in Italia. L''ultimo dato arriva infine da un''indagine condotta fra luglio 2001 e giugno 2002, attraverso interviste telefoniche su medici di medicina generale (1.438) e pazienti (5.803) con dolore cronico in Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Italia, Spagna e Svezia. Dai risultati emerge che in tutti i Paesi coinvolti il 67-94% dei medici esprimeva preoccupazione sui possibili rischi da terapia con FANS, contro il 28% degli operatori italiani.

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