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Politica e Sanità

15 Novembre 2011

Quale informazione sul farmaco


Si è svolto a Verona, il 9 maggio, il Forum ISDB Italia. L’ISDB, come è noto, è la Società internazionale dei bollettini indipendenti d’informazione sui farmaci. L’evento è organizzato dalla rivista Dialogo sui farmaci � attività editoriale scientifica di proprietà dell’ASL 20 e dell’Azienda Ospedaliera di Verona � e da ISDB in collaborazione con gli altri aderenti italiani (Focus, Verona; Informazione sui farmaci, Reggio-Emilia; Pacchetti informativi sui farmaci,  Modena e Ricerca & Pratica, Milano). Il tema scelto per aprire, l’informazione al pubblico sui farmaci etici, sta senz’altro a cuore all’ISDB. Più volte negli ultimi mesi la Società ha attirato attenzione sui probabili effetti negativi del progetto, ripresentato recentemente dalla Commissione Europea, di adeguare la legislazione dell’UE a quella statunitense e neozelandese, che permette non solo l’informazione al pubblico, ma anche forme più o meno regolamentate di promozione delle specialità. Informazione e promozione da parte dell’industria sono state dibattute dunque nel corso di una tavola rotonda alla quale hanno partecipato Maria Font, presidente dell’ISDB e vicedirettore di Dialogo sui farmaci, Guido Giustetto, medico di famiglia e membro del Gruppo italiano “No grazie, pago io!”, Antonio Addis, direttore dell’ufficio informazione e comunicazione dell’AIFA, Nicola Magrini, direttore di CeVEAS. Della comunicazione al pubblico si è occupata Font: ”L’ISDB, la Società internazionale dei bollettini sui farmaci si è sempre opposta alla proposta. E a fine 2006 ha scritto un documento che identifica tra le altre cose i bisogni d’informazione sanitaria da parte dei cittadini e le caratteristiche di una buona comunicazione sul farmaco. La Commissione europea a febbraio 2008 è uscita con una consultazione pubblica che contiene le prime proposte le modalità di regolazione dell’ informazione sul farmaco diretta ai pazienti. Il documento però non fa accenno ai confini tra pubblicità e informazione. Inoltre non ammette i confronti fra medicinali che hanno le stesse caratteristiche terapeutiche. Anche l’AIFA, esprime disaccordo in merito alla proposta. Comunque” ha concluso “a livello nazionale è anche importante riconoscere che l’informazione al paziente ha ampi spazi di miglioramento e a questo proposito sarebbe opportuno fare investimenti per migliorarla”. Ma non soltanto di questo si è dibattuto: Giustetto, per esempio, ha affrontato i punti dolenti dell’informazione rivolta ai medici di medicina generale, concludendo che si utilizzano “strategie informative per lo più promozionali, purtroppo incoraggiate da una regolamentazione che andrebbe modificata. Per esempio l’informatore farmaceutico può fare  cinque visite l’anno al medico di famiglia. Ma due sono più che sufficienti”. E ancora: il peso dell’industria nella formulazione delle linee guida, trattato da Magrini e il ruolo delle case farmaceutiche nella formazione medica continua, di cui si è occupato Addis. La conclusione, ma anche la premessa, è stata che per garantire la salute dei cittadini e l’indipendenza degli operatori del settore serve un’informazione sul farmaco obiettiva e non promozionale,  tutelando al contempo cittadini e mercato. I lavori sono terminati con un altro confronto, intitolato “Di quale informazione abbiamo bisogno”, al quale sono intervenuti  tra gli altri Nello Martini, direttore dell’AIFA, Aldo Pagni (già presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurgi e odontoiatri) e Gianni Togno

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