Politica e Sanità
15 Novembre 2011Il presidente del Senato, Franco Marini, sottolinea come gli investimenti italiani siano esigui rispetto al resto dellUnione, anche nel supporto alliniziativa privata
''''Cercheremo di dare un contributo per maggiori stanziamenti alla ricerca in sede di sessione di bilancio''''. Lo ha sottolineato il presidente del Senato, Franco Marini, nel suo intervento all''apertura della giornata di studio sulla ricerca in oftalmologia, organizzata a Roma, a Palazzo Giustiniani, dalla Fondazione ''Giovan Battista Bietti'' in occasione del centenario dalla nascita del professor Bietti. ''''Il Governo e lo Stato - ha aggiunto Marini - facciano uno sforzo. Purtroppo - ha ammesso - siamo carenti nell''apporto alla ricerca del contributo privato''''. Il presidente del Senato ha anche ricordato alcuni dati in materia di investimenti per la ricerca, settore in cui l''Italia e'' indietro rispetto ad altri Paesi: ''''oggi l''Italia complessivamente spende l''1,1% del Pil, a fronte dell''1,8% dei paesi dellUnione Europea del 2,7% negli Stati Uniti e di oltre il 3% del Giappone''''. ''''Il nostro obiettivo formale -ha detto Marini che ha auspicato che le indicazioni del DPEF trovino concreta attuazione nella Finanziaria- e'' quello di arrivare al 2,5%, in linea con gli obiettivi dei Paesi OCSE''''. "Quindi siamo in ritardo - ha sottolineato - e uno sforzo comune deve essere fatto". "Se guardiamo anche l''andamento dello sviluppo del nostro Paese che in questi ultimi anni, dopo un periodo di stagnazione, torna a mostrare vivacità e si assesta quasi al 2%, non possiamo lamentarci del tutto, ma comunque restiamo indietro nella media europea. E'' un problema che dovrebbe impegnarci tutti. Non è un caso -ha detto- che questa nostra difficoltà nello stare al passo con lo sviluppo dell''Unione abbia qualche rapporto con gli sforzi che facciamo nel settore della ricerca". Marini ha anche ricordato un altro dato: la carenza dell''Italia, "rispetto ad altri paesi per l''apporto alla ricerca del contributo privato", fornendo anche alcuni dati: se in Italia il contributo privato raggiunge il 40% del totale, negli Usa il 60% e il 75% in Giappone. Occorre quindi "stimolare il privato con le opportunità che si offrono. Penso ad esempio - ha detto Marini- ad incentivi a ricerche di settore con forme fiscali anche più incisive". "Non voglio dire - ha però sottolineato - che le responsabilità siano del privato", ma "c''è un quadro complessivo: l''industria italiana, nei settori dove la conoscenza, il sapere e la ricerca sono fondamentali, opera meno degli altri perchè è centrata più su settori tradizionali.
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