Politica e Sanità
15 Novembre 2011Sommando spesa farmaceutica ospedaliera e territoriale, le terapie contro lHIV contribuiscono per 393 milioni di euro. Questi i dati riportati dal direttore generale dell''Agenzia italiana del farmaco, Nello Martini, ieri a Roma al convegno La ricerca italiana sfida l''AIDS organizzato all''Istituto superiore di sanità (ISS). I fondi dedicati all''acquisto di medicinali antiretrovirali "sono pari al 7,6% del totale della spesa farmaceutica ospedaliera a carico del SSN - ha precisato Martini - anche se permangono differenze a livello delle varie Regioni, che vanno colmate. E la priorità deve essere data non solo alla cura della malattia, ma anche alla presa in carico dei pazienti". Per quanto riguarda la ricerca, "l''AIFA ha finanziato nel 2005-2006 progetti per un totale di 66 milioni di euro, che comprendono, per quanto riguarda l''HIV, studi sulla valutazione del profilo rischio-beneficio delle terapie antiretrovirali a lungo termine e nelle donne in gravidanza". E sul tema delle disparità locali si è centrato lintervento di Rosaria Iardino, presidente del Network Persone Sieropositive (NPS): "Che lo si consideri un valore o che ci si limiti ad accettarlo come una necessità, il federalismo in sanità deve dimostrarsi in grado di assicurare a tutti il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza (LEA), intesi non come un elenco di diritti potenziali, ma come un esplicito impegno a rendere disponibili le più avanzate cure per tutte le patologie". In sintesi, Iardino si chiede: "gli strumenti di controllo sui Lea oggi esistenti sono in grado di assicurare la loro applicazione in linea con il diritto alla salute di tutti i cittadini? Chi deve definire quali farmaci si possano utilizzare? L''AIFA, le Regioni, gli ospedali? Le logiche che vengono seguite da questi enti sono diverse tra loro, la somma di diverse discrezionalità rischia di limitare l''accesso alle cure. Un sistema come il nostro, con la gestione della sanità affidata alle Regioni ma con la definizione dei Lea a livello centrale - sottolinea Iardino - necessita di un controllo centralizzato sulla loro applicazione.
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