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Politica e Sanità

15 Novembre 2011

Bevacizumab agisce nel CA mammario


Con 1 milione di nuovi casi ogni anno, di cui 40.000 in Italia, il carcinoma mammaria è il tumore femminile più diffuso al mondo. Grazie a screening e diagnosi precoce, le possibilità per le pazienti sono molto migliorate, tuttavia, solo nel nostro Paese quasi il 20% delle pazienti ha una ricaduta nella malattia. Per queste donne, dal congresso dell’American Society of Clinical Oncology - ASCO - importanti conferme per i risultati positivi dell’uso di bevacizumab, il primo anticorpo monoclonale anti-angiogenico. Spiega il Giorgio Mustacchi, docente di Oncologia medica dell’Università di Trieste: “Bevacizumab in associazione alla chemioterapia aumenta significativamente il numero di pazienti in cui la terapia funziona e la durata del beneficio”. Di particolare interesse il trial di fase III AVADO, che ha indagato l’utilizzo di bevacizumab in combinazione con il chemioterapico docetaxel dimostrando: che i due terzi delle pazienti (63%) hanno riportato una significativa riduzione della massa tumorale, un altrettanto significativo aumento della durata di tale beneficio senza aumenti della tossicità rispetto alla chemioterapia da sola. David Miles, del Mount Vernon Hospital nel Regno Unito, oncologo e principal investigator dello studio AVADO, commenta: “Questo è il secondo grande studio di fase III effettuato per confermare che bevacizumab, in combinazione con un agente chemioterapico ampiamente utilizzato, prolunga il tempo in cui le pazienti vivono senza progressione della malattia. è importante notare come tale studio abbia confermato che bevacizumab può essere utilizzato con una chemioterapia a base di taxani, per fornire un beneficio significativo alle pazienti con carcinoma mammario metastatico”. “Anche all’ASCO di quest’anno bevacizumab è al centro di report molto interessanti e tutti positivi” conclude Mustacchi. “Tra questi l’AVADO è sicuramente il più importante e ha confermato che bevacizumab aumenta in maniera significativa la percentuale di pazienti che traggono beneficio dal trattamento e la durata del beneficio stesso”.

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