Politica e Sanità
21 Giugno 2013La Liguria è stata la prima regione a pubblicare il bando e la Campania l’ultima, per un totale di 2.464 sedi. Mancano solo le provincie di Trento e di Bolzano con le quali si arriverà intorno alle 2.500 sedi. L’esatta metà di quanto era stato annunciato dal Governo Monti, quasi si trattasse di una riforma epocale.
Le domande presentate (escluse Basilicata e Campania, dove le domande potranno essere presentate entro il 1° luglio e il 10 luglio rispettivamente) sono finora 26.944 tra le quali 12.967 in forma associata. Tenuto conto che circa la metà delle domande è in forma associata e che si poteva concorrere in due regioni, il numero dei farmacisti aspiranti a vincere una sede, singolarmente o in forma associata, sono intorno ai 30.000 con un rapporto di una domanda ogni 12 sedi circa.
Se il numero di 30.000 concorrenti si rivelerà esatto, o comunque molto vicino alla realtà, lo si potrà verificare solo in seguito. Si tratta però di 30.000 aspiranti che hanno dedicato tempo e, soprattutto, “ci hanno messo l’anima” per oltre un anno, prima per calcolare il proprio punteggio e poi per trovare il compagno/a di cordata.
Ora però le sorti del concorso mi sembrano piuttosto incerte, non tanto per quanto riguarda lo svolgimento, che comunque presenta ritardi anche superiori all’anno rispetto ai termini previsti per pubblicare il bando, ma soprattutto sull’effettiva possibilità che le sedi vengano assegnate e che, anche se assegnate, vengano materialmente aperte. Ormai, infatti, non passa giorno che non si abbia notizia di un pronunciamento di un Tar che accoglie i ricorsi sui vizi dei provvedimenti comunali di individuazione delle sedi, fino all’ordinanza del Tar Veneto che rinvia alla Corte costituzionale addirittura l’art. 11 del “Cresci Italia” per più che comprensibili, e prevedibili, contraddizioni nel testo e conflitti di interesse dei comuni.
Come se non bastasse poi, tra le quasi 2.500 sedi a concorso quante sono le “farmacie nel deserto”, come qualcuno le ha definite? In questo momento di grave crisi economica anche per le farmacie dove la parola “fallimento” rappresenta oggi un’eventualità che una volta era prerogativa solo di casi isolati, viene da chiedersi quanti vincitori ci penseranno bene, ma entro i quindici giorni previsti dall’assegnazione, prima di accettare la sede vinta.
Maurizio Cini
Vicepresidente Utifar
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