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Politica e Sanità

15 Novembre 2011

La multicanalità premia il farmacista


Nella fase successiva alle liberalizzazioni, stabilite dal Decreto Bersani, i consumatori promuovono le farmacie e sono disposti a spendere un po’ di più (peraltro poco), rispetto ai prezzi dei corner presenti nella grande distribuzione, a patto di trovare negli esercizi tradizionali operatori preparati e disponibili e servizi numerosi e di qualità

L’indagine inclusa nel Libro bianco sulla distribuzione dei farmaci in Italia, presentato in conferenza stampa, da Paolo Bertozzi dell''Università IULM di Milano e da Roberto Pozzana dell''Università di Padova, indica che gli italiani entrano in farmacia in media 1,4 volte al mese, e in un caso su quattro almeno due volte, e più della metà è fedele al punto vendita di fiducia. Quest’ultimo è scelto in base alla vicinanza all''abitazione o all''ufficio (70,3%), ma con attenzione alla cortesia del personale (32,4%) e al rapporto di confidenza con i farmacisti (32%). E, quando è stato chiesto ai 4500 intervistati (face to face in 400 farmacie) di dare un voto alle farmacie italiane, in una scala da 1 a 9, il valore medio è stato 7,3. Il documento, inoltre, definisce il profilo del cliente tipico della farmacia italiana decisamente trasversale con una prevalenza femminile, sono donne nel 62% dei casi, e per lo più mamme. Analizza anche il panorama attuale della distribuzione di medicinali individuando, infine, le sfide per il futuro di un’impresa professionale sempre più tesa a essere un’impresa sociale. Secondo gli autori del libro, in uno scenario caratterizzato dalla multicanalità, le farmacie conquistano un voto che rientra nella fascia dell''eccellenza e una fedeltà del 50% di chi acquista prodotti senza obbligo di prescrizione medica (OTC e SOP) e del 70% di chi acquista farmaci etici. Inoltre, per rispondere alle nuove esigenze del cittadino, la farmacia si propone con cinque diverse modalità: tradizionale (62%) focalizzata sui medicinali da prescrizione, evoluta (8%) con più attenzione su extrafarmaco e parafarmaco, grande (5%) che enfatizza ancora di più prodotti diversi dai farmaci, e il bazar (5%) e in transizione (20%) più simili alla farmacia tradizionale. Pozzana suggerisce anche di "rivedere gli orari d''apertura, con il superamento del concetto di turni, di puntare maggiormente sui servizi erogati che oggi copre una minima parte del fatturato e di rivedere la pianta organica per una migliore copertura delle zone meno abitate tenendo conto che solo il 5% degli italiani vive in aree cosiddette metropolitane". Niente che non rientri nelle proposte di ammodernamento più volte avanzate dalla categoria, anche se è il caso di fare presente che proprio il sistema della pianta organica ha garantito finora il presidio delle aree meno densamente popolate.  Il gradimento dei cittadini nei confronti della farmacia è confermato anche da una ricerca di Astra Ricerche: “L''introduzione dell''elemento competizione nel sistema di distribuzione dei farmaci ha prodotto vantaggi per i cittadini, ma anche per gli stessi farmacisti. La loro immagine non ha subito alcun danno - assicura Enrico Finzi presidente della società di consulenza - Anzi ne è uscita rafforzata, grazie alla flessibilità con cui hanno saputo affrontare il nuovo contesto e adattarsi".

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