Politica e Sanità

15 Novembre 2011

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Circa il 60% delle donne italiane che soffrono di osteoporosi, abbandona dopo appena un anno le terapie, dopo solo 6 mesi, il 65% assume farmaci a singhiozzo, dimenticando la cura e riprendendola di tanto intanto. In Europa le cose vanno meglio, ma non troppo: dopo sei mesi il 25% lascia, e a tre anni appena 3 pazienti su 10 continuano ad assumere la terapia. A non favorire l’aderenza alla terapia di certo la molta disinformazione sul tema, dicono gli esperti dell’EULAR: solo una su cinque, infatti, sa che l''osteoporosi aumenta sensibilmente il rischio fratture e solo il 20-25% di quelle con una storia di fratture assume bifosfonati, per prevenire successivi eventi. La terapia prescritta precocemente e seguita abbatte il 62% del rishcio di nuove fratture, in particolare riduce del 45% il rischio di rottura dell’anca. Ottengono maggiori risultati di aderenza i regimi con assunzioni meno frequenti del farmaco: la terapia viene seguita, a un anno, dal 31,7% delle donne che la devono seguire quotidianamente, mentre si sale al 44% per le pazienti che la assumono una volta a settimana. Uno studio presentato dimostra l''efficacia di un bifosfonato, l''ibandronato, che va assunto una sola volta al mese. "Condotto su 64 mila pazienti over 60 in tutta Europa - spiega Mike Stone, reumatologo del Galles - lo studio VIBE mostra che la percentuale di fratture non vertebrali e d''anca è, nelle pazienti che hanno assunto il bifosfonato mensile, paragonabile a quella riscontrata nelle malate che assumevano bifosfonato ogni settimana. L''ibandronato, inoltre, risulta essere significativamente più efficacenel contrastare fratture vertebrali".