Politica e Sanità
15 Novembre 2011LAutorità garante della concorrenza e del mercato ha sanzionato Federfarma Teramo per intesa restrittiva della concorrenza. Secondo l''Autorità, l''associazione dei farmacisti titolari ha limitato la concorrenza, indicando, alle farmacie della provincia, tetti massimi agli sconti praticabili sui prezzi dei farmaci senza obbligo di prescrizione medica (SOP). Sono stati così danneggiati i consumatori finali, che hanno dovuto pagare prezzi superiori a quelli che sarebbero emersi da una libera competizione tra le farmacie. L''intesa - si legge in una nota dell''Autorità garante della concorrenza - è iniziata, infatti, proprio pochi mesi dopo l''entrata in vigore della normativa che ha introdotto, per i farmaci SOP, prezzi liberi e distribuzione presso altri canali alternativi (come parafarmacie e grande distribuzione), aprendo così la strada ad un possibile confronto concorrenziale. L''Autorità ha sanzionato l''associazione con una multa di 11.200 euro, calcolata, come previsto per le associazioni di impresa, sulla base delle sole entrate associative versate all''associazione, pari a 140.015 euro. L''istruttoria era stata avviata il 24 maggio 2007, alla luce di una denuncia alla quale era allegata la circolare e un elenco di 119 farmaci SOP, con l''indicazione, per ciascun farmaco, degli sconti massimi sui prezzi da praticare. In base ai dati raccolti nel corso dell''istruttoria, anche grazie alla collaborazione delle Unità speciali della Guardia di Finanza, è emerso che la circolare era stata inviata dalla Federfarma Teramo alle farmacie della provincia, con un elenco di 250 farmaci, più esteso dunque di quello segnalato nella denuncia. Sia pur limitatamente alla lista più ristretta dei 119 farmaci - riferisce ancora l''Antritrust - è stato possibile verificare gli sconti praticati a ridosso e dopo l''invio della circolare: è risultato che molti farmaci prima venduti con sconti del 10% sono stati poi venduti senza alcuno sconto. In particolare si è registrata, per gli sconti del 10%, una riduzione di 15 punti percentuali (dal 57% al 41% circa), quasi tutta a favore dello sconto nullo.
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