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Politica e Sanità

15 Novembre 2011

La globalizzazione entra in farmacia


Non è semplice, per moltissimi farmacisti, accettare che i temi della professione vengano affrontati anche con la lente di ingrandimento dell’economia. Ma, per quanto questo possa apparire stridente, è una necessità, anche sul piano culturale

 

A questa necessità la Federazione Nazionale degli Ordini ha dato una prima risposta organizzando, in occasione del Consiglio Nazionale del 19 giugno, un incontro intitolato “La professione del farmacista: il valore dell’innovazione”, che il presidente della FOFI Giacomo Leopardi ha introdotto ricordano che” prima di arrivare nello scaffale della farmacia, e assumere il valore che gli conosciamo, il farmaco è in tutto e per tutto un prodotto e come tale risente delle dinamiche dei mercati”. L’incontro si è centrato sulle relazioni dei professori Sandro Castaldo ed Erika Mallarini, rispettivamente Direttore dell’Area Marketing della SDA Bocconi, e docente dell’Area Public Management and Policy sempre della SDA. La relazione di Castaldo si è centrata sull’evoluzione in generale dei mercati e sul ruolo sempre più importante che la distribuzione ha assunto in tutti i settori: dall’automobile all’alimentare. Una tendenza che riguarda tutti gli aspetti, a cominciare dalle pratiche di acquisto, che subiscono un  processo fortissimo di concentrazione allo scopo di acquisire a prezzi sempre inferiori, per finire al fenomeno delle private label, cioè dei prodotti a marchio della distribuzione. Quest’ultimo aspetto da tempo riguarda anche il farmaco nei paesi a più spinta liberalizzazione del settore, tanto che in Gran Bretagna è Tesco, la maggiore insegna nazionale della grande distribuzione, a ottenere, tra le istituzioni, un elevatissimo grado di fiducia tra nel pubblico, anche più della stessa Regina. E questa fiducia è stata ottenuta anche grazie alla grande attività che Tesco ha riversato nel settore della tutela della salute, con l’offerta non soltanto di farmacia proprio marchio ma anche di servizi ad hoc per particolari categorie, come le gravide, che non rientrano nella copertura del Servizio sanitario nazionale. I punti di forza dell’azione della GDO nel campo della salute sono gli stessi che hanno determinato il successo negli altri settori: possibilità di risolvere più bisogni del cittadino in un solo punto (dalla spesa per la casa al tagliando dell’auto e ai servizi bancari). E’ ovvio che anche questa percorso ha avuto battute d’arresto. In Francia i grandi centri commerciali hanno portato alla desertificazione delle aree urbane e all’abbandono delle località disagiate, ma la grande distribuzione ha saputo reagire: la catena Casino, una delle maggiori, ha abbandonato la strategia delle grandi superfici per investire nell’apertura di esercizi di prossimità. Un fatto che deve servire da monito contro la scelta di arroccarsi, nel caso della farmacia, sul valore aggiunto della pianta organica: sul piano della capillarità è possibile trovare dei concorrenti agguerriti. E sul tema dell’arroccamento è in un certo senso ruotato tutto l’intervento di Mallarini.

E’ stato fatto presente che ormai il pubblico è sempre meno incline ad accordare fiducia anche ai protagonisti del sistema salute soltanto sulla base dei valori stabiliti. In altra parole, non è più il ruolo e i suoi simboli a determinare un rapporto positivo: il camice bianco non è più sufficiente da solo. Contano senz’altro l’esperienza e il vissuto dell’assistito, quindi si parla di fiducia verso il singolo medico o farmacista, ma anche questa dinamica può non bastare nel momento in cui generazioni più giovani hanno un vissuto differente, nel quale si è imparato a ritenere affidabili anche altri attori. Del resto, ha ammonito Mallarini, non si può pensare che per una madre, per esempio, l’acquisto degli alimenti per i figli richieda un grado di affidamento inferiore a quello che è necessario per scegliere dove comprare un farmaco. Se mio fido del supermercato, è la traduzione, per la frutta destinata al mio bambino, perch� non dovrei fidarmene per acquistare un antipiretico? La sfida, insomma, risiede nel costruire un nuovo e più forte rapporto fiduciario sul piano razionale, mostrando nei fatti, con la capacità di rispondere ai bisogni sottoposti dal cittadino, l’importanza del ruolo del farmacista.

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