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Politica e Sanità

15 Novembre 2011

Terremoto in Abruzzo


Da mesi la Guardia di Finanza stava conducendo un inchiesta sulla cartolarizzazione dei crediti vantati dalle case di cura private nei confronti delle Asl abruzzesi, pari a un miliardo di euro. Ieri è culminata nelle misure cautelari per il presidente Ottaviano del Turco e altri personaggi di spicco, compreso l’assessore alla sanità Bernardo Mazzocca  


I reati ipotizzati sono associazione a delinquere e truffa. La vicenda sarebbe iniziata nel 2004 quando la precedente Giunta regionale, di centrodestra, decide di ripianare i debiti sanitari: tutti soldi che le ASL dovevano pagare alle cliniche private. Si stabilisce così di cartolarizzare i crediti, ma accanto ai crediti vantati per prestazioni regolarmente fatturate e contabilizzate vengono inseriti anche crediti presunti. Gli investigatori scoprono che le somme invocate dai privati riguardano cure e ricoveri ''in quantità eccedente il budget annualmente fissato dalla regione''. Quanto agli arresti, secondo il magistrato, questa misura sarebbe stata inevitabile, non tanto per il pericolo di fuga quanto per gli altri due fattori: la reiterazione dei reati, e inquinamento delle prove. "pericolo gravissimo", ha detto il procuratore capo della Repubblica di Pescara, Nicola Trifuoggi. "Abbiamo ritenuto � ha spiegato - di avere le prove del pagamento di una barca di soldi: 15 milioni di euro che avrebbero potuto far funzionare meglio l''ospedale di Pescara e altre strutture sanitarie abruzzesi".


Le ordinanze applicative di misure cautelari emesse dal gip di Pescara su richiesta della Procura, oltre a Del Turco (per ora ristretto nel suo domicilio) interessano Lamberto Quarta (segretario generale della giunta regionale), Camillo Cesarone (capogruppo Pd in Consiglio regionale), Antonio Boschetti (assessore regionale alle Attività produttive), Luigi Conca (ex direttore generale della Asl di Chieti) e Gianluca Zelli per i quali è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Per Giancarlo Masciarelli (ex presidente della Fir, la finanziaria regionale), Vito Domenici (ex assessore regionale alla Sanità), Bernardo Mazzocca (attuale assessore regionale alla Sanità) e Angelo Bucciarelli, è stata disposta la misura degli arresti domiciliari mentre per Francesco Di Stanislao (direttore dell''Agenzia regionale sanitaria) è stato disposto il divieto di dimora in Pescara

I primi commenti sono venuti dal ministro del Lavoro, della salute e delle politiche sociali Maurizio Sacconi e dal Sottosegretario con delega alla salute Francesca Martini. Martini  ha detto che ''''senza dare giudizi, in attesa di una pronuncia definitiva da parte della magistratura'''' ringrazia la Guardia di Finanza e i magistrati che indagano sul settore sanitario. ''''Serve una grande iniezione di responsabilità da parte dei governi regionali e ciò avverrà sempre di più nel momento in cui ci si renderà contro che il rimborso a pie'' di lista non è più possibile e quando le regioni saranno strette dentro il loro vincolo di bilancio. Con il federalismo di fiscale ci sarà una svolta in questo senso''''. “La vicenda giudiziaria che ha coinvolto la Regione Abruzzo” ha detto il Ministro Sacconi “non la conosco e non la voglio commentare,  ma dal punto di vista politico è ben più grave che non l''eventuale commissariamento". Riferendosi ai conti in rosso della sanità abruzzese il ministro ha poi spiegato che "è noto come la Regione sia interessata da un piano di rientro e sottoposta a un attento monitoraggio dei ministeri dell''Economia e del Lavoro, salute e politiche sociali. E - avverte - sono evidenziate ragioni che fanno ipotizzare il commissariamento della Regione per i conti fuori controllo sul fronte sanitario". Sacconi rivela che l''ipotesi del commissariamento "è prevista dallo stesso piano di rientro". Quanto invece ai possibili tempi di realizzazione di questa eventualità il ministro non fa previsioni, ma dice che dipenderanno "dalle verifiche dei prossimi giorni. Mi sembra difficile - conclude - che avvenga entro la fine di questa settimana".  Dal lato degli operatori della Sanità il primo a intervenire è stato Stefano Biasioli, leder degli ospedalieri della CIMO. "Non è possibile” ha detto “che in 12 anni il ministero della Salute non sia stato in grado di organizzare controlli sistematici, e non a campione sporadico, sulle gestioni di tutte le aziende sanitarie d''Italia. Forse, adesso, qualcosa si muove". Biasioli non vuole “criminalizzare nessuno prima di un giudizio definitivo, e siamo d''accordo sui controlli a tappeto. Ma ribadiamo che occorre mettere pesantemente mano alle regole e ai meccanismi di controllo per far sì che i meccanismi virtuosi, pur largamente presenti nel sistema, divengano la regola per il 100% delle aziende sanitarie italiane, si tratti di strutture totalmente pubbliche, di privato convenzionato, di aziende miste e financo di aziende integrate".

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