Contraccettivi orali, il parere degli endocrinologi sul rischio di sviluppo di meningiomi
Le agenzie regolatorie del farmaco hanno avviato una revisione del trattamento ormonale con alcuni progestinici per valutare il rischio di sviluppo di meningiomi
I meningiomi sono tumori intra-cranici frequenti, a predominanza femminile, il cui rischio aumenta con l'età. Altri fattori di rischio per lo sviluppo dei meningiomi sono la neurofibromatosi e l'esposizione a radiazioni ionizzanti o ad alcuni farmaci. "Nonostante l'istologia benigna, sono spesso associati a morbilità, con possibili deficit neurologici focali, convulsioni e riduzione della qualità della vita" spiega Graziella Borzì della Commissione Farmaci AME (Associazione Medici Endocrinologi) coordinata da Vincenzo De Geronimo.
Caratteristiche dei meningiomi associati a uso di contraccettivi orali
Nell'eziologia sembra rilevante il ruolo degli ormoni sessuali: il 70% circa dei meningiomi esprime recettori per progesterone ed estrogeni, spiegano gli esperti dell'Ame. È stata stabilita, inoltre, una relazione dose-dipendente tra l'incidenza e la crescita dei meningiomi e il trattamento ormonale con alcuni progestinici, il primo dei quali è stato il ciproterone acetato (Cpa), spiega la specialista. Questo ha indotto l'Aifa a pubblicare, ad aprile 2020, una nota informativa sul potenziale rischio di meningioma nei pazienti trattati con Cpa (Aifa. 16/4/2020). "I meningiomi associati a Cpa - specifica Borzì - sembrano localizzati principalmente nella base cranica anteriore e centrale, hanno maggiori probabilità di essere multipli, sono correlati alla durata del trattamento e fino a un terzo dei casi presenta mutazioni di P1K3CA (una delle vie di trasduzione del segnale frequentemente modificata nei tumori solidi)".
Ema ha comunicato l'avvio di una revisione
Più recentemente, continua l'esperta, in seguito alla pubblicazione di due studi epidemiologici condotti in Francia, è stato riportato un rischio simile di meningiomi con l'uso di clormadinone acetato (Cma) e nomegestrolo acetato (Nomac). Per tale motivo, nell'ottobre 2021, l'Agenzia Europea dei Medicinali (Ema) ha comunicato l'avvio di una revisione dei medicinali contenenti nomegestrolo o clormadinone proprio per il rischio di meningioma. "I principali risultati sul rischio di meningioma - riporta Borzì - sono stati: aumento con l'età: rispetto alla fascia di età 25-34 anni, il rischio è almeno tre volte superiore a 35-44 anni (Hr 3.1 per Nomac e 5.6 per Cma) e fino a oltre 8 volte a 45-54 anni (Hr 4.6 per Nomac e 8.6 per Cma); aumento con la dose cumulativa: con NOMAC il rischio è quasi raddoppiato raggiungendo 0.6-1.2 g e moltiplicato per 12 superando i 6 g (Nguyen P, et al. Epi-Phare 4/2021); con Cma il rischio è più che raddoppiato raggiungendo 1.44-2.88 g e moltiplicato per 7 superando 8.6 g (Nguyen P, et al. Epi-Phare 4/2021); dopo sospensione del trattamento: il rischio di meningioma a un anno è pari al basale per Nomac ed è sceso a 1.4 (1.1-1.7) per Cma».
Le raccomandazioni del Prac
Nella nota Ema del 8/7/2022, rilanciata da Aifa (Aifa. 8/7/2022), vengono riportate le raccomandazioni del Comitato per la Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza dell'EMA (Prac) (22/9/2021): 1) i medicinali contenenti alti dosaggi di Cma (5-10 mg) o alti dosaggi di Nomac (3.75-5 mg) devono essere usati alla più bassa dose efficace e per la più breve durata possibile, e solo quando non vi sono adeguate alternative terapeutiche. Le formulazioni estro-progestiniche in uso in Italia contengono 2 mg/cp per Cma e 2.5 mg/cp per Nomac, per cui è bassa la probabilità di raggiungere una dose cumulativa critica con le suddette formulazioni, sottolinea la specialista. Il Nomac, invece, è spesso utilizzato a dosi giornaliere di 5-10 mg per 10-12 giorni al mese per periodi più o meno lunghi nel trattamento delle amenorree e delle meno-metrorragie; in questi casi andrebbe valutato l'utilizzo di altri progestinici a minor rischio, quali il progesterone micronizzato (Progeffik e Prometrium) ed il didrogesterone (Dufaston); 2) pazienti che hanno, o hanno avuto, meningioma non devono utilizzare medicinali a base di Nomac o Cma; 3) oltre a limitare l'uso dei medicinali ad alti dosaggi, il Prac ha raccomandato di monitorare le pazienti per i sintomi del meningioma (per esempio, disturbi uditivi e visivi, perdita dell'olfatto, cefalea, amnesia, convulsioni e altri deficit neurologici focali). «Nella paziente in cui viene diagnosticato un meningioma, il trattamento con questi medicinali deve essere interrotto in modo permanente» sottolinea Borzì. «Alla posologia con la quale questi farmaci vengono prescritti in Italia, il Cma ci metterebbe da 3 a 6 anni per raddoppiare il rischio di meningioma e raggiungerebbe la dose cumulativa di 8.6 g in 9 anni circa; il Nomac raggiungerebbe la dose cumulativa di 600 mg in un anno di uso continuativo e pertanto raddoppierebbe il rischio di meningioma in 1-2 anni e raggiungerebbe la dose di 6 g in circa 10 anni».
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A cura di Redazione Farmacista33
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Rachele Aspesi, farmacista titolare e curatrice del blog di Farmacista33 “Vita da farmacista” è stata eletta alla presidenza dell'Ordine dei Farmacisti di Varese il 25 novembre 2024