Sindrome da stanchezza cronica, ruolo delle alterazioni del microbioma
Sono state osservate differenze significative nel microbioma intestinale delle persone con sindrome da stanchezza cronica rispetto ai controlli sani
La sindrome da stanchezza cronica (chiamata anche sindrome da encefalomielite mialgica/fatica cronica ME/CFS) è una malattia cronica e debilitante, caratterizzata da una serie di sintomi, tra cui affaticamento, malessere post-sforzo, disturbi del sonno, difficoltà cognitive, dolore e problemi gastrointestinali. Le cause della malattia sono ad oggi sconosciute. Le ultime ricerche nel campo hanno però sottolineato che il microbioma e in particolare la sua varietà può giocare un ruolo nella sindrome da stanchezza cronica.
Sindrome caratterizzata da bassi livelli di batteri produttori di butirrato
In un nuovo studio, i ricercatori, analizzando la composizione genetica dei batteri intestinali in campioni fecali, raccolti da una coorte geograficamente diversificata di 106 persone con ME/CFS e 91 controlli sani, hanno scoperto che le persone con sindrome da stanchezza cronica avevano livelli particolarmente bassi di diverse specie batteriche, tra cui Faecalibacterium prausnitzii (F. prausnitzii) ed Eubacterium rectale, rispetto ai controlli sani. Questi batteri sono fondamentali per produrre un acido grasso a catena corta, chiamato butirrato, un metabolita batterico, o sottoprodotto, che svolge un ruolo importante nel mantenimento della salute dell'intestino. Il butirrato è la principale fonte di energia per le cellule che rivestono l'intestino, fornendo fino al 70% del loro fabbisogno energetico, supporta il sistema immunitario intestinale e protegge contro le malattie dell'apparato digerente.
Alti livelli di specie batteriche responsabili di malattie
Mentre le specie di batteri produttori di butirrato sono diminuite, c'erano livelli aumentati di altre nove specie nella ME/CFS, tra cui Enterocloster bolteae e Ruminococcus gnavus , che sono associati rispettivamente a malattie autoimmuni e malattie infiammatorie intestinali. Il gruppo del Dr. Williams ha anche riferito che un'abbondanza di F. prausnitzii era inversamente associata alla gravità della fatica nella ME/CFS, suggerendo un possibile legame tra batteri intestinali e sintomi della malattia.
Potenziali biomarcatori per test diagnostici e sviluppo nuove terapie
Lo studio identifica così potenziali biomarcatori per la ME/CFS, utili per i nuovi test diagnostici e la classificazione della malattia. Comprendere la connessione tra i disturbi del microbioma intestinale e la ME/CFS può anche guidare lo sviluppo di nuove terapie. Sono comunque necessarie ulteriori ricerche per saperne di più sulle implicazioni fisiopatologiche del butirrato e di altre carenze di metaboliti nella ME/CFS. Studi futuri determineranno in che modo i disturbi dei microbi intestinali contribuiscono ai sintomi, compresi i cambiamenti durante la progressione della malattia.
Paolo Levantino Farmacista clinico e giornalista scientifico.
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