Aifa
22 Febbraio 2024 Dopo appena due settimane dalla nomina, Giorgio Palù ha lasciato l’incarico di presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), sarebbe dovuto restare in carica un anno
A due settimane dalla nomina, Giorgio Palù lascia l’incarico di presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), sarebbe dovuto restare in carica, secondo la legge, un anno e a titolo gratuito ma è stata proprio la formula scelta per la sua nomina che l'ha condotto alla decisione improvvisa, stando alle su dichiarazioni contenute in un messaggio rivolto ai consiglieri del Cda e ai direttori dell'ente regolatorio. Palù ha definito "offensivo e umiliante" l'incarico di un anno.
"Vi comunico, dopo un'attenta meditazione, che la mancata sintonia col ministro e l'assenza di risposte dal Governo mi costringono a dare le dimissioni da presidente nominato di Aifa 'hic et immediate'" sono le parole con cui ha comunicato le dimissioni. "Recrimino la totale assenza di ascolto da parte del ministro nelle scelte operate per Aifa", è uno dei passaggi.
“Trovo offensivo ed umiliante – ha detto nel suo messaggio - nei confronti della mia persona e del mio profilo scientifico- professionale il contenuto del DM 13:04:25 UTC; in particolare la durata di un anno del mandato conferitomi sulla base dell’art. 5 c. 9 del DL 6.7.2012 n. 95, scelta quantomeno equivoca sul piano giuridico (si rimanda a DFP-0081269-P-18/12/2020 e DFP-0036607-P- 28/05/2021 per interpretazione DL)”.“Ne sia prova il fatto – ha precisato - che il mio primo incarico a Presidente (ero già in pensione) è avvenuto con mandato quinquennale da parte del precedente Ministro della Salute. Per di più, l’interpretazione restrittiva della norma da parte del Ministro attuale viene adottata esclusivamente nei miei confronti, in netto contrasto con i decreti di nomina appena assunti dallo stesso Ministro per pensionati ultrasettantenni chiamati a dirigere l’ISS o a partecipare come consulenti nella CSE di AIFA.Per quel che riguarda la gratuità dell’incarico Palù precisa che non rappresentasse un problema: “La non retribuzione dell’incarico non mi preoccupa di certo. Considerandomi al servizio della res publica, ho infatti già svolto per tre anni le funzioni di Presidente di AIFA senza ricevere alcun compenso né gettone di presenza, rifiutando anche di essere titolare di carta di credito dell’Ente. Mi sorprende invece la disparità di trattamento rispetto ad altri Presidenti di Ente pubblico in pensione, beneficiari, contestualmente alla nomina, della legge 24 gennaio 1978 n.14, legge che nel mio caso, ancora una volta, non trova applicazione”.
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