Integratori alimentari
15 Febbraio 2022Oggi mi trovo a Firenze, appena arrivata da Trani, la mia città natale, lontanissima dalla mia famiglia, dal mio ragazzo e da tutti i miei affetti, semplicemente perché ho vinto il concorso per una borsa di studio come Erborista presso il CERFIT, Centro di Ricerca ed Innovazione in Fitoterapia di un grande Ospedale appunto come Careggi.
E mi sono subito stupita di me stessa, prima per aver partecipato ad un concorso del genere, poi di essere già qui a lavorare... È l'inizio di una nuova grande avventura, e credo non solo per me. Perché un'erborista in una struttura ospedaliera? Per sfizio, mi sono chiesta? O forse perché realmente una figura come l'erborista abbia tutti i requisiti per poter collaborare con i ricercatori, i medici, i biologi, i pazienti, gli operatori sanitari di questo centro? E per avere al tempo stesso la possibilità di crescere a 360° su fronti di cui non mi è mai stato parlato in Università. Mi sento immatura su certi aspetti? Sì, certo, ma ho tanta voglia di apprendere e di maturare oltre il possibile. L'opportunità che mi è stata data è segno che anche una giovane laureata come me ha modo di farsi valere, farsi conoscere e dare il meglio di sé durante la sua nuova avventura.
Il bello è che non mi sono posta obiettivi specifici, ed ho accettato questa opportunità a scatola chiusa, credendo forse nel mio intuito. Staremo a vedere. Certo è che l'obiettivo del mio progetto è davvero intrigante "valutare le opportunità, l'efficacia e la sicurezza dell'erboristeria nel mondo reale della fitoterapia, anche ai fini della salute pubblica", soprattutto per una come me che proviene da un percorso di studi fatto di botanica, biologia, chimica e farmacognosia, e tante altre materie che mi sono spesso apparse lontane dalla realtà concreta dell'erboristeria. A cosa mi porterà questa esperienza? Ancora non lo so, ma sono convita che farà la differenza. Sono pronta a farmi sentire e un giorno tornare nel mio paese con un grande bagaglio di conoscenze.
Mi presento, ma solo perché in questo mio nuovo ruolo, vorrò portare i migliori contributi che un erborista possa offrire: mi chiamo Alessia, giovane laureata in Scienze e Tecnologie Erboristiche e dei Prodotti per la Salute (STEPS) presso il dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Ed è stata unicamente la voglia di lavorare che mi ha spinto a scegliere questa opportunità, credo grande. Qui posso imparare, qui posso lavorare, qui posso contribuire con le mie idee a nuove ricerche ma anche a nuovi percorsi per gli stessi pazienti dell'Ospedale E fin dal primo giorno sono stata proiettata in una affascinante ricerca che riguarda proprio l'etnomedicina, e non quella delle foreste amazzoniche, bensì quella della popolazione toscana, per scoprirne luci ed ombre, pregi e virtù, perché diventino patrimonio di tutti, di tutti noi, compresa la comunità scientifica, di cui come erborista ora mi sento parte. Se mi guardo indietro, già dopo la maturità, mi sentivo sovrastata da pensieri, dubbi e varie emozioni, tanto da non farmi capire quale fosse la scelta giusta per me.
Con il tempo ho imparato a mettermi in gioco senza pensare troppo alle conseguenze, cercando in questo modo di conoscermi a 360°. Ho affrontato i test di ammissione all'Università per l'area scientifica, la quale comprendeva le Biotecnologie Mediche e Agro-Alimentari, la Chimica, le Scienze Biologiche e le Scienze Erboristiche.
Istintivamente, la mia prima scelta è stata le Scienze Erboristiche. Oggi posso dire che quel giorno, trovandomi davanti ad una scelta, ho avuto la sensazione che quel percorso di laurea fosse giusto per me. Dalla prima lezione all'ultima, sono sempre stata fiera di aver ascoltato il mio istinto in quanto tutto ciò che ascoltavo, apprendevo, studiavo mi ha sempre affascinato. Il mio corso di laurea mi ha permesso di studiare una vasta gamma di materie e per ciascuna di essa di approfondire l'uso delle piante officinali: farmacognosia, fitochimica, fitovigilanza, analisi qualitative e quantitative dei prodotti erboristici, saggi e dosaggi farmacognostici, tossicologia e tante altre. Ora invece, concluso il mio percorso di laurea, benché con una tesi compilativa "Gli estratti vegetali come adiuvanti nelle strategie terapeutiche contro i meccanismi fisiopatologici dipendenti da Sars-CoV-2" (relatore prof. Andrea Gerbino), mi trovo catapultata nel mondo reale delle persone, della sanità, della salute, della ricerca, con i piedi ben piantati, però, nel terreno della mia cultura di base, della terra da cui provengo, fatta anche di cose umili, ma vere, e molto utile per la vita.
Chi vuole potrà leggere la mia tesi sull'analisi sia dei composti bioattivi sia dei fitocomplessi in grado di esercitare un'attività diretta anti-SARS-CoV-2 (ovvero la capacità di una sostanza di interferire, inibendo o bloccando, processi importanti per il ciclo vitale del virus e per il suo rapporto con l'essere umano). Mi sono interessata anche al ruolo di alcuni composti nella prevenzione primaria del COVID19 (speriamo), o come terapia adiuvante da affiancare agli usuali protocolli farmacologici, specie nelle fasi iniziali della malattia: dalla quercetina ai principali componenti bioattivi del seme nero di Nigella sativa, estrapolando le migliori conoscenze ad oggi disponibili, senza trascurare il ruolo che certi oligoelementi svolgono nei processi di immunità innata ed adattativa durante il corso di un'infezione. Ebbene, già all'esame per questo concorso, ho percepito che il mondo delle erbe, della fitoterapia, dell'erboristeria sono per certi versi lontani dalle mie conoscenze di base, ma che quest'ultime mi consentono di entrarvi a pieno titolo, con tutte le peculiarità di una figura come la mia, appunto quella dell'erborista. Ecco allora che ho già un programma di ricerca sulla popolazione, sui pazienti, sulle erbe di uso tradizionale, sulla elaborazione di tisane ad hoc, affiancato dalla partecipazione a seminari e dal coinvolgimento degli erboristi del territorio, inseriti nel sistema salute, che ha bisogno di loro, ed ai quali pure il sistema salute può offrire molto. Durante gli anni di studio è sempre più cresciuta in me la voglia di collaborare, di ricercare, di imparare un mestiere.
Ho scritto volutamente "un" piuttosto che "il" mestiere perché ad oggi sento la necessità di mettermi in gioco su qualsiasi campo che i miei studi mi permettano di esplorare. E ringrazio di cuore chi mi ha dato questa opportunità, a partire dal CERFIT e dalla Regione Toscana per finire alla mia famiglia tutta, senza il cui supporto non avrei mai iniziato questa affascinante avventura.
Alessia Battaglia
Erborista
CERFIT, AOU Careggi
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