Europa
27 Ottobre 2023 Nathalie Moll, direttore generale di Efpia ha espresso la sua opinione sulla direzione dell'Europa nel settore farmaceutico e l’importanza di coltivare autonomia, innovazione e competitività
Di fronte alla continua incertezza geopolitica globale, l'Europa sta prestando sempre maggiore attenzione alla sua sovranità, sicurezza e resilienza, ma la disponibilità di medicinali e vaccini è centrale per sanità europea. Le politiche in grado di costruire resilienza sanitaria e rafforzare i sistemi sanitari sono al centro dell'attenzione, il concetto di autonomia strategica aperta è al vertice dell'agenda politica dell'UE e la legislazione farmaceutica comunitaria fornisce alla Commissione europea il veicolo perfetto per affrontare la resilienza sanitaria. Quindi è importante che qualsiasi enfasi sull'autosufficienza e sull'affrontare dinamiche di fornitura globali non perda di vista l'obiettivo di favorire un'Europa più sana, prospera e globalmente competitiva. È la visione espressa da Nathalie Moll, Direttrice Generale della Efpia (Federazione Europea delle Industrie e Associazioni Farmaceutiche) in un articolo a sua firma comparso sul quotidiano online Politico.
Autonomia strategica aperta: tema chiave per l’Europa
Moll, evidenzia che, mentre i governi europei cercano di ricostruire e trarre insegnamenti dalla pandemia, sarà fondamentale concentrarsi su politiche che possano rafforzare la resilienza e i sistemi sanitari. Questo impegno si riflette chiaramente nell'agenda politica dell'UE, dove il concetto di autonomia strategica aperta sta emergendo come un tema chiave. Secondo la Moll, la legislazione farmaceutica dell'UE offre alla Commissione Europea un veicolo ideale per indirizzare questi temi, promuovendo al contempo la resilienza sanitaria, migliorando i risultati per i pazienti e sviluppando strategie per sostenere e ampliare il settore delle scienze della vita in Europa.
Competitività dell’Europa vs Stati uniti: i dati su ricerca e sviluppo
Per la Dg di Efpia una delle strade principali per sostenere i bisogni dei pazienti passa per l'innovazione e la ricerca. L'industria innovativa ha però bisogno di condizioni che attraggano investimenti in R&D, garantendo che l'Europa rimanga competitiva a livello globale. Nel concreto, Moll cita dati preoccupanti: nel 2002, gli Stati Uniti hanno speso 2 miliardi di euro in più rispetto all'Europa in R&D; oggi invece quella cifra raggiunge quasi i 25 miliardi.
Nel 2020 – spiega nell’articolo il Direttore - l’Europa ha rappresentato una quota del 19,3% dell’attività globale di sperimentazione clinica, con un calo del 6,3%, rispetto a una media del 25,6% negli ultimi 10 anni. Nello specifico, per i trattamenti innovativi, l’attività di sperimentazione clinica è doppia negli Stati Uniti e quasi tre volte maggiore in Cina rispetto all’Europa. In particolare, Nathalie Moll sottolinea come durante la pandemia, nessun membro dell'associazione abbia dovuto comunicare carenze di farmaci all'Agenzia Europea dei Medicinali, ed evidenzia che solo una piccola percentuale delle carenze, il 4%, ha riguardato farmaci innovativi. Il direttore ha poi dettagliato il quadro generale sulla provenienza degli ingredienti farmaceutici attivi (APIs) necessari per la produzione dei farmaci nell'UE. Una significativa percentuale, il 54%, proviene dall'UE stessa e questa cifra sale al 64% se si includono il Regno Unito e la Svizzera. Una parte minoritaria di questi ingredienti proviene da altre regioni come il Nord America, l'India, la Cina e altri paesi. Continuando, Moll ha espresso preoccupazione per le proposte politiche che potrebbero avere ripercussioni negative sull'innovazione e sulla competitività europea.
Moll: rafforzare proprietà intellettuale per competere con Usa e Asia
È critica nei confronti delle proposte che mirano a ridurre la protezione dei dati normativi, essenziali per la proprietà intellettuale in Europa. Infatti, spiega il direttore, piuttosto che indebolire la protezione, occorrerebbe rafforzare la proprietà intellettuale (IP) per competere efficacemente con l'Asia e gli Stati Uniti. L’industria innovativa, ha specificato Moll, appoggia politiche pragmatiche, come la creazione di una lista europea di farmaci critici e l'esplorazione di un "Critical Medicines Act" per ridurre la dipendenza dai paesi non UE. Inoltre, occorre collaborare strettamente con i produttori per evitare sistemi multipli e accumuli di scorte inutili. L'obiettivo è affrontare le cause radicate delle carenze e promuovere la trasparenza nell'intera catena di approvvigionamento. Moll - nel contesto di un mondo segnato da incertezza e insicurezza globale - sottolinea l'importanza di diversificare le catene di approvvigionamento e limitare le restrizioni per ridurre i rischi, promuovendo alleanze strategiche e accordi di solidarietà tra i paesi dell'UE per affrontare eventuali interruzioni nelle forniture. Infine, il direttore evidenzia anche l'opportunità mancata da parte dell'Europa di utilizzare i dati a sua disposizione per gestire l'offerta e prevenire le carenze. Secondo Moll, l'European Medicines Verification System (Emvs) potrebbe offrire dati preziosi sull'approvvigionamento e il consumo dei farmaci. La comprensione e l'analisi dei dati potrebbero aiutare a identificare le cause delle carenze e a sviluppare risposte adeguate. Concludendo, Moll sostiene che non esiste una soluzione universale alle carenze di farmaci. Le azioni preventive devono essere differenziate e coordinate a livello dell'UE. La sua visione finale è quella di un'Europa competitiva e resiliente, dove i pazienti hanno sempre accesso ai farmaci di cui hanno bisogno.
Per saperne di più
https://www.politico.eu/sponsored-content/europes-health-resilience-relies-on-its-ability-to-innovate/
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