Riscatto laurea, novità da Inps: più chance per recuperare anni universitari
Il riscatto agevolato del periodo di studi universitari è tornato al centro dell'interesse di molti dipendenti, in particolare all'indomani dell'ultima circolare dell'Inps sul tema, che ha cercato di dirimere i dubbi interpretativi che erano nati con il decreto legge 4/2019 che lo ha introdotto
Il riscatto agevolato del periodo di studi universitari è tornato al centro dell'interesse di molti dipendenti, in particolare all'indomani dell'ultima circolare dell'Inps sul tema, che ha cercato di dirimere i dubbi interpretativi che erano nati con il decreto legge 4/2019 che lo ha introdotto. In sostanza, con questo istituto è possibile riscattare gli anni universitari versando un importo fisso, indipendentemente dall'entità del reddito (per il 2020 è di 5.260). Sul punto c'erano alcuni dubbi e la interpretazione corrente, in mancanza di indicazioni da parte di Inps, era quella di considerare periodi riscattabili in maniera agevolata quelli successivi al 1995, mentre per gli anni precedenti restava la possibilità del riscatto ordinario. Dall'Inps, a fine gennaio, sono arrivate nuove indicazioni operative, che hanno allargato di fatto la platea degli interessati e che possono essere considerate un trampolino di lancio per accedere alle pensioni anticipate (Quota 100 e Opzione donna).
Riscatto Light: come funziona
Come è noto, il riscatto di laurea light prevede la possibilità di recuperare gli anni di studio universitario, attraverso un versamento agevolato, che per il 2020 è fissato in 5.260 euro, per ogni anno fino a tutta la durata del corso di studi - non è possibile riscattare gli eventuali periodi fuori corso. Tale possibilità è stata inizialmente prevista per gli under 45 e poi estesa a tutti, anche se, secondo l'interpretazione prevalente, solo in relazione agli anni di corso successivi al '96.
Le novità dell'Inps: che cosa cambia
Di mezzo, infatti, c'era la cosiddetta legge Dini, che ha introdotto il metodo contributivo: chi ha maturato 18 anni di contributi o più al 1995, cade nel metodo retributivo, chi ne ha di meno, vede applicare il sistema misto, con il calcolo contributivo a partire dal 1996, mentre i lavoratori che hanno maturato almeno 5 anni nel sistema contributivo hanno la possibilità di scegliere di avere tutto l'assegno calcolato con questo metodo. Con la circolare n. 6 del 22 gennaio, l'Inps è quindi intervenuto per fare chiarezza sull'accesso al riscatto agevolato, specificando che è possibile anche per gli anni di studio prima del 1996, se si ha meno di 18 anni di contributi al '95, ma almeno 15 anni in totale, di cui 5 collocati dopo il '95. Ma c'è una condizione, che rende importante saper valutare quanto convenga per le singole situazioni: il lavoratore deve optare, in via preventiva, per la liquidazione dell'assegno pensionistico con il sistema contributivo puro, anche per i periodi accantonati dal 1996.
Boom di richieste nel 2019
Già nella precedente versione interpretativa, il riscatto di laurea agevolato, secondo i dati diffusi da Inps, ha riscosso particolare interesse, con una media al 2018 di 2.320 richiesta al mese, contro le 6.321 del 2019. In tutto, l'anno scorso sono arrivate circa 70 mila domande, di cui 29mila per il riscatto ordinario, 35 mila per quello agevolato e 5mila per la pace contributiva.
I calcoli per determinare la convenienza
Ma, nelle ipotesi ventilate, come mette in luce un articolo del Sole 24 Ore di ieri, «il riscatto light con preventiva opzione per il contributivo può essere giustificabile se si punta alla pensione anticipata ordinaria (attualmente raggiungibile con 42 anni e 10 mesi di contributi, un anno in meno le donne) o alle anzianità contributive richieste da Quota 100 (38 anni) o da Opzione donna (35). Per chi punta alla pensione di vecchiaia tale operazione non determina vantaggio in presenza del requisito già maturato dei 20 anni». Inoltre, per quanto riguarda la cifra, «è necessario confrontare il costo fisso del riscatto agevolato (5.260 euro per il 2020) con l'importo che si ottiene moltiplicando l'aliquota di computo dell'Ivs (33-34% per i lavoratori dipendenti) applicata all'imponibile degli ultimi 12 mesi prima della richiesta del riscatto (costo del riscatto ordinario). Facciamo l'esempio di una persona intenzionata a ricattare 4 anni di laurea, presentando domanda nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti. La retribuzione lorda (degli ultimi 12 mesi meno remoti) è di 32.170 euro. L'importo da pagare per riscattare quattro anni sarà pari a 42.464,4 euro (32.170x33% =10.616,1 x 4 anni = 42.464,4). Il costo del riscatto agevolato sarà invece di poco superiore ai 21 mila euro, con un risparmio di circa il 50% e tenendo conto che anche questa forma di riscatto è fiscalmente deducibile, in realtà il soggetto avrà un ulteriore risparmio d'imposta calcolato sulla sua aliquota marginale (dal 23 al 43%, senza tenere conto delle addizionali regionali e comunali)».
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