Covid-19. Rapporto Cittadinanzattiva: farmacisti e pazienti favorevoli a campagne vaccini in farmacie
La maggior parte dei farmacisti intervistati si dichiara favorevole a rendere stabile il servizio di vaccinazione anti Covid-19
Nonostante non siano mancate criticità e stress, la quasi totalità dei farmacisti intervistati si dichiara favorevole non solo a rendere stabile il servizio di vaccinazione anti Covid-19 - al riguardo i pazienti favorevoli sono il 63% -, ma anche a estendere il coinvolgimento delle farmacie ad altre vaccinazioni per adulti (93%) - la pensa allo stesso modo anche il 65% dei pazienti per vaccinazioni quali antinfluenzale, zoster e pneumococco. Sono questi alcuni dei contenuti del IV Rapporto sulla farmacia "Un ruolo da ampliare e far conoscere ai cittadini" presentato oggi e realizzato da Cittadinanzattiva in partnership con Federfarma e con il contributo non condizionato di Teva. Il Rapporto, attraverso un questionario rivolto ai farmacisti e una survey online dedicata a cittadini e pazienti, ha coinvolto, tra settembre a novembre, 658 farmacie e 3033 pazienti con patologia cronica o rara.
Rapporto fiduciario e prossimità sono i valori riconosciuti alla farmacia
In particolare, la quarta edizione - che ha indagato temi quali prevenzione, servizi, innovazione digitale e si è posta in continuità con la versione del 2020 - si è incentrata sul ruolo dei farmacisti e delle farmacie nel contesto della pandemia. A emergere, tra i vari aspetti, è l'importanza del rapporto fiduciario con il paziente e il valore della prossimità: "l'80% dei pazienti affetti da patologia cronica ha una farmacia di fiducia, scelta per lo più in base alla vicinanza a casa 70%, alla disponibilità del farmacista, ai servizi forniti 19%. Per il 37% dei cittadini intervistati la fiducia nei confronti dei farmacisti è cresciuta in questo anno e l'84,3% dei farmacisti dichiara che nel corso degli ultimi 12 mesi la richiesta di consigli e consulenze da parte dei cittadini eÌ aumentata". Segni questi della "propensione da parte delle farmacie a essere attivamente impegnate anche in azioni di prevenzione e a supporto della aderenza alle terapie, nonché ad essere riconosciute quale punto di riferimento per la cittadinanza".
Il focus sulla campagna vaccinale: personale e logistica delle farmacie
Un focus particolare del Rapporto è dedicato alla campagna vaccinale anti Covid-19, novità dell'edizione 2021. A emergere è che pressoché metaÌ delle farmacie coinvolte ha aderito o sta aderendo alla campagna vaccinale. In generale, "le farmacie rientranti nella Sperimentazione della Farmacia dei Servizi si sono sentite più pronte delle altre nell'aderire alla campagna vaccinale, così come nell'effettuare tamponi rapidi antigenici e test sierologici". Nel dettaglio, "tra le farmacie aderenti, le sessioni vaccinali vengono svolte prevalentemente in ambiente interno alla farmacia (50%), solo in pochi casi (12%) in ambiente esterno/adiacente. Di contro, tra le farmacie (51% del campione intervistato) che non hanno aderito neì sono in procinto di aderire alla citata campagna vaccinale, sono proprio gli impedimenti di tipo logistico/organizzativo a risultare i più ricorrenti (84%). Negli altri casi, la non adesione avviene "per scelta del titolare (19,9%), per mancanza dell'Accordo Regionale (2,1%), per difficoltaÌ a ottenere l'autorizzazione amministrativa per allestire spazi esterni (4,7%)". In riferimento al personale, "il numero di farmacisti già abilitati all'esecuzione della somministrazione dei vaccini eÌ tra i 2 e i 4 farmacisti". A essere dedicato alla sessione vaccinale è per lo più "esclusivamente il farmacista formato, che gestisce anche la parte burocratica/amministrativa (58,9%). Nel 31,5% dei casi invece il farmacista formato si dedica alla preparazione del vaccino e all'inoculazione, mentre altro personale (farmacista o collaboratore) si dedica alla parte burocratica amministrativa". Al momento, "la potenzialità vaccinale/Die della farmacia (numero vaccinazioni effettuabile al giorno) dichiarata dal 57% delle farmacie eÌ nell'ordine di poche decine al giorno; nessuna supera le 40 vaccinazioni al giorno. Mentre ad approvvigionare le farmacie delle dosi vaccinali sono innanzitutto le ASL tramite il canale della DPC (70%), e la distribuzione intermedia (24%). La periodicità della consegna eÌ settimanale (54%) piuttosto che sulla base delle prenotazioni effettuate (33%). In genere le dosi ricevute sono risultate sufficienti rispetto alle prenotazioni (68%), eccessive nel 7% e insufficienti solo nell'1% dei casi".
Le criticità nell'anamnesi
Il Rapporto è andato a indagare anche le eventuali criticità riscontrate, cercando di capire se ci sono stati dubbi nella identificazione dei soggetti da escludere (sì: 20,2%; no: 79,8%) e se si siano verificate reazioni avverse (si: 4,2%; no 95,8%). "Dalle spiegazioni riportate emerge una più generale preoccupazione nella corretta identificazione ex ante dei soggetti elegibili. I farmacisti specificano che in alcuni casi si sono dovuti informare meglio, hanno consultato il Medico di Medicina Generale o lo specialista di riferimento, dove necessario hanno reindirizzato il paziente presso ASL, Hub, Strutture Ospedaliere abilitate, Centri Covid, Centri vaccinali". Quanto poi al Green Pass, "la farmacia rilascia l'attestazione in modalità digitale nel 53,1% dei casi e nel 98,3% prevede anche quella cartacea, per andare incontro ai cittadini che non usano strumenti digitali. Ad avere la possibilità di accedere e alimentare il Fascicolo Sanitario Elettronico dei soggetti vaccinati è il 10,3% del campione e il 9,3% accede all'Anagrafe Vaccinale".
Gli effetti della pandemia sull'organizzazione delle farmacie
Ma, al di là del contributo delle farmacie in termini di vaccini e tamponi, durante la pandemia, si sono consolidati alcuni fenomeni: da un lato c'è "un significativo passaggio di farmaci dalla Distribuzione Diretta alla Distribuzione per Conto pari al 39,4%. Risulta aumentata anche la consegna a domicilio effettuata dalle farmacie, quasi il 60% del campione. Inoltre, la pandemia ha comportato ripercussioni nel lavoro dei farmacisti, tanto che nel 45,3% dei casi eÌ stato necessario codificare nuove procedure per riorganizzare e gestire l'attività quotidiana anche in relazione al numero di farmacisti e collaboratori in organico". Per quanto riguarda le attività di prevenzione, "circa una farmacia su due negli ultimi due anni eÌ riuscita a dare continuità, promuovendo campagne di sensibilizzazione e promozione di stili di vita salutari per i cittadini (50%), campagne per la individuazione di soggetti a rischio e la diagnosi precoce (48%): in questi casi, l'impegno si eÌ rivolto in particolare a diabete (86%), patologie cardiovascolari (68%) e dislipidemie (51%). Pari al 38% è poi la quota di farmacie interpellate che negli ultimi due anni ha realizzato iniziative che supportano l'aderenza terapeutica per persone affette da patologie croniche". Si tratta però di servizi su cui manca ancora consapevolezza dai cittadini: "il 14% ignora tale possibilità, mentre il 71% non ne ha mai usufruito. Eppure, tra coloro che ne hanno usufruito, i miglioramenti sono risultati abbastanza (34%) o molto (41%) evidenti". Un ultimo aspetto da rilevare riguarda l'innovazione tecnologica: "il 35% delle farmacie ha attivato una strategia multicanale per informazione/comunicazione e a supporto dell'erogazione di servizi a seguito della contingenza pandemica: innovazioni ritenute utili dai pressoché tutti i cittadini interpellati. Tra le poche farmacie (solo il 10% del campione) che svolgono attività di e-commerce, il 23% di queste dichiara di aver attivato il canale online durante la pandemia".
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A cura di Simona Zazzetta
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