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11 Febbraio 2022

Cura domiciliare Covid-19, dal Ministero le nuove raccomandazioni sui farmaci


Il Ministero della Salute ha aggiornato le indicazioni sui farmaci da usare e da non usare per la gestione domiciliare dei pazienti con Covid lieve-moderato

Il Ministero della Salute ha aggiornato le indicazioni per la gestione domiciliare dei pazienti con SarS-CoV-2, tenendo conto della disponibilità di nuovi farmaci antivirali e anticorpi monoclonali e del "parere formale favorevole del Consiglio superiore di sanità". Le indicazioni sono riferite a casi Covid-19 lieve-moderato, non ospedalizzati e non in ossigenoterapia e prevedono, tra le altre cose, anche i trattamenti sintomatici con paracetamolo o farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans) in caso di febbre o dolori articolari o muscolari. Escludono invece gli antibiotici e l'idrossiclorochina e invitano a non utilizzare routinariamente eparina e corticosteroidi. L'aggiornamento, spiega la circolare di aggiornamento, è stato effettuato da un apposito gruppo di lavoro di esperti.

Pulsossimetro, Fans e nuovi farmaci, ecco le raccomandazioni

Per quanto riguarda la gestione della terapia farmacologica, il Ministero indica le seguenti raccomandazioni per i pazienti a domicilio asintomatici o paucisintomatici:
• costante e accurato monitoraggio dei parametri vitali e delle condizioni cliniche del paziente, inclusa la misurazione periodica della saturazione dell'ossigeno tramite pulsossimetria (si raccomanda di considerare come valore soglia di sicurezza per un paziente COVID-19 domiciliato il 92% di saturazione dell'ossigeno (SpO2) in aria ambiente);
• trattamenti sintomatici (ad esempio paracetamolo o farmaci antinfiammatori non steroidei - FANS - in caso di febbre o dolori articolari o muscolari, a meno che non esista chiara controindicazione all'uso). Si ricorda che paracetamolo e farmaci antinfiammatori non steroidei hanno meccanismi d'azione differenti e, alle dosi correntemente impiegate, il primo non ha proprietà antinfiammatorie, ma, al contrario, è di utilità per il suo effetto antipiretico e analgesico. Altri farmaci sintomatici potranno essere utilizzati su giudizio clinico;
• appropriate idratazione e nutrizione, in particolare nei pazienti anziani;
• promuovere, nei limiti consentiti dalle condizioni cliniche del paziente, l'attività fisica a domicilio (può consentire una riduzione dell'indicazione all'utilizzo dell'eparina);
• raccomandare di assumere preferenzialmente, durante il riposo e compatibilmente con le condizioni del paziente, la posizione prona;
• valutazione, nei pazienti a rischio di progressione di malattia, della possibilità di trattamento precoce con anticorpi monoclonali (l'associazione casirivimab/imdevibam e l'anticorpo sotrovimab, e l'associazione bamlanivimab/etesevimab) o farmaci antivirali (nirmatrelvir/ritonavir, remdesevir, molnupiravir) da parte delle strutture abilitate alla prescrizione;
• i pazienti in trattamento immunosoppressivo possono proseguire il trattamento farmacologico in corso a meno di diversa indicazione da parte dello specialista curante;
• non utilizzare routinariamente corticosteroidi. L'uso dei corticosteroidi è raccomandato esclusivamente nei soggetti con malattia COVID-19 grave che necessitano di supplementazione di ossigeno. L'impiego di tali farmaci a domicilio può essere considerato solo in pazienti con fattori di rischio di progressione di malattia verso forme severe, in presenza di un peggioramento dei parametri pulsossimetrici che richieda l'ossigenoterapia ove non sia possibile nell'immediato il ricovero per sovraccarico delle strutture ospedaliere. L'utilizzo della terapia precoce con steroidi si è rivelata inutile, se non dannosa, in quanto in grado di inficiare lo sviluppo di un'adeguata risposta immunitaria;
• non utilizzare routinariamente eparina. L'uso è indicato solo nei soggetti allettati o con ridotta mobilità a dosi profilattiche allo scopo di prevenire il tromboembolismo venoso, in assenza di controindicazioni;
• evitare l'uso empirico di antibiotici. La mancanza di un solido razionale e l'assenza di prove di efficacia nel trattamento di pazienti con la sola infezione virale da SARS-CoV2 non consentono di raccomandare l'utilizzo degli antibiotici, da soli o associati ad altri farmaci. Un ingiustificato utilizzo degli antibiotici può, inoltre, determinare l'insorgenza e il propagarsi di resistenze batteriche che potrebbero compromettere la risposta a terapie antibiotiche future. Il loro eventuale utilizzo è da riservare esclusivamente ai casi nei quali l'infezione batterica sia stata dimostrata da un esame microbiologico e a quelli in cui il quadro clinico ponga il fondato sospetto di una sovrapposizione batterica;
• non utilizzare idrossiclorochina la cui efficacia non è stata confermata in nessuno degli studi clinici randomizzati fino ad ora condotti;
• non somministrare farmaci mediante aerosol se in isolamento con altri conviventi per il rischio di diffusione del virus nell'ambiente;
• non modificare, a meno di stringente ragione clinica, le terapie croniche in atto per altre patologie (es. terapie antiipertensive, ipolipemizzanti, ipoglicemizzanti, anticoagulanti o antiaggreganti, terapie psicotrope), in quanto si rischierebbe di provocare aggravamenti di condizioni preesistenti che possono avere anche un importante impatto sulla prognosi;
• evitare l'uso di benzodiazepine, soprattutto ad alto dosaggio, in considerazione dei possibili rischi di depressione respiratoria.

TAG: ANTIVIRALI, ANTICORPI MONOCLONALI, FARMACI ANTINFIAMMATORI NON STEROIDEI, ASSISTENZA DOMICILIARE, MINISTERO DELLA SALUTE, PARACETAMOLO, COVID-19

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