Abilitazione professionale e carenza di organico: le criticità per i neolaureati
Con la riforma della laurea abilitante cambia il meccanismo dell'abilitazione professionale dei farmacisti neolaureati. Attese su nuovo svolgimento dell'esame
Con la riforma della laurea abilitante cambia il meccanismo dell'abilitazione professionale dei farmacisti neolaureati, ma nell'attesa della definizione delle modalità di svolgimento dell'esame, gli studenti laureati nella seconda parte del 2021 e nel 2022 si trovano in un vuoto normativo in cui mancano certezze mentre nella maggior parte delle Università italiane stanno uscendo i bandi d'iscrizione all'esame di abilitazione prima ancora che siano state pubblicate le normative attuative da parte del Governo.
I neolaureati: stiamo perdendo proposte lavorative
Chi si laureava in farmacia e CTF aveva ben chiaro in cosa consistesse l'esame di abilitazione alla professione di farmacista: una prova scritta, una prova pratica (in laboratorio) e un colloquio orale. Per ogni elemento dell'esame di conoscevano bene le materie da studiare, perché definite in maniera evidente fin dal corso di studi. Questo permetteva agli studenti di organizzare raccolta materiali, tempi di studio, preparazione dell'esame con sufficiente anticipo, programmando in maniera efficiente percorso professionale e ingresso nel mondo del lavoro. Oggi sono venute meno queste certezze. "Il ritardo dell'uscita del bando per l'esame di stato ci ha lasciato in una situazione di incertezza, avendo anche appreso dall'articolo 6 della Gazzetta Ufficiale la nuova modalità semplificata del decreto-legge n 163 del 8 Novembre 2021." Sottolineano le studentesse e gli studenti del Movimento per l'abilitazione laureati in Farmacia e CTF, gruppi Facebook e Telegram a diffusione nazionale che divulgano informazioni e sensibilizzano su questo tema. "L'attesa della definizione delle modalità di svolgimento dell'esame lascia poco tempo per un'adeguata preparazione, considerando che molti di noi hanno iniziato a lavorare con contratti da magazziniere. Stiamo perdendo molte proposte lavorative, anche a tempo indeterminato, in un momento storico in cui l'urgenza di assumere nuovo organico nelle farmacie è persistente e generalizzata. Considerando il nostro tirocinio professionale di 30 CFU, con tanto di diario, verbalizzazione dello stesso da parte dell'Ordine dei farmacisti, dell'Università e della farmacia in cui è stato svolto ed esame finale presieduto sia da professori e sia da farmacisti, richiediamo che venga effettivamente concretizzata la modalità semplificata riportata nell' articolo 6 della Gazzetta Ufficiale per poterci abilitare. Non stiamo richiedendo nulla di più se non di poter entrare subito nel mondo del lavoro, esattamente come è stato fatto per i laureati in Medicina e cioè con la valutazione sul tirocinio."
Una riforma con riordino sistemico anche del tirocinio
La riforma per la laurea abilitante, già indicata nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) del 2020, è stata resa ufficiale nel 2021. Ad essa, tuttavia, non è seguito nulla di concreto, se si eccettua il periodo di emergenza legato al Covid, che ha indotto a trasformare la vecchia e collaudata forma d'esame in una singola prova pratica per gli anni 2020 e 2021. Il professor Gabriele Costantino, direttore del dipartimento di Scienze degli alimenti e del farmaco dell'università di Parma afferma "Non si tratta di un'abolizione dell'esame di stato, ma della trasformazione dell'esame di laurea in un esame che abilita anche all'esercizio della professione, previo accertamento delle competenze professionali acquisite dal candidato. Nel caso di medicina, l'operazione è stata condotta nel pieno dell'emergenza sanitaria, quando appariva indispensabile rifornire il sistema sanitario di medici. Nel caso di farmacia il legislatore ha preferito - credo giustamente- un riordino sistemico, che riguarda anche le modalità e i contenuti con cui viene erogato il tirocinio. La FOFI, inoltre, ha molto insistito sul fatto che alla cosiddetta 'Laurea Abilitante' venga accompagnata una riforma della classe di laurea, con un aggiornamento dei contenuti curriculari degli insegnamenti, nell'ottica di intercettare ancora meglio i bisogni professionali del farmacista, per il quale - ricordiamo - il Covid ha rappresentato una sorta di riforma 'ante-legis'. I tempi, quindi, sono quelli necessari ad una modifica sistemica dell'accesso alla professione, e non ci sono particolari ritardi. Forse è mancata una informazione capillare agli studenti e ai professionisti su quello che sta accadendo". Costantino stesso ammette i ritardi legati a questa fase di transizione. "Qualche ritardo c'è stato. L'ordinanza ministeriale che fissa la prova della sessione estiva - con modalità a distanza- per il 25 luglio è uscita solo qualche giorno fa. Ricordo che la chiusura dell'anno accademico è stata spostata da fine maggio a fine giugno - nell'ambito dei provvedimenti covid, e quindi si è stabilito di spostare la prova di abilitazione a fine luglio per dar modo al maggior numero di laureati di partecipare. Per quanto riguarda modalità e contenuti, i candidati non devono temere nulla. Si tratta di un esame orale in cui la commissione accerta le conoscenze e le competenze sulle materie oggetto dell'esame di Stato ancora oggi vigente, con particolare attenzione alle specifiche competenze professionali che i candidati hanno acquisito durante il tirocinio professionale." Un altro elemento che indispettisce gli studenti è la tassa d'iscrizione all'esame di abilitazione. Considerando la forma semplificata, del tutto probabile anche se mai ufficialmente confermata dal Ministero, anche nel 2022 ci sarà solamente una prova orale a distanza, anziché una prova scritta, una pratica in laboratorio e un colloquio orale in presenza. Le tasse da pagare invece sono rimaste le stesse e vanno da 300 a 500 euro complessivi, a seconda dell'ateneo. Un ulteriore aggravio economico difficile da spiegare, almeno in relazione ai cambiamenti in atto.
Le prospettive: entrare direttamente nel mondo del lavoro
Guardando avanti, ci possiamo aspettare che i primi a beneficiare della riforma degli esami di abilitazione annunciata nel 2020 siano studentesse e studenti che si immatricolano nell'anno accademico 2023/24. Dopo quella data, chi è già iscritto all'università potrà decidere se passare o meno al nuovo ordinamento. Un tempo di applicazione che mal si adatta alla situazione di emergenza lavorativa che sta attraversando la farmacia italiana. Le percentuali di promozione storiche dell'esame di stato per i farmacisti (95% nel 2015, 97% nel 2020 - fonte MIUR) denotano una limitata selettività, che non aggiunge elementi determinanti alla professione di farmacista. L'abolizione immediata tout-court, come fatto con i laureati in medicina e chirurgia, avrebbe potuto dare la possibilità a migliaia di laureati e laureate in farmacia e CTF di entrare direttamente nel mondo del lavoro, dando nuova linfa alla professione e supportando i titolari delle moltissime farmacie italiane in cerca di aiuto dietro il bancone.
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A cura di Simona Zazzetta
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