Covid, Ricciardi: sbagliato dare per chiuso il capitolo pandemia
Il docente di Igiene della Cattolica di Roma Walter Ricciardi in disaccordo con quanti danno già per conclusa la pandemia: Sarebbe meglio definirla sindemia
«Nei miei contatti internazionali rilevo grande preoccupazione in merito all'evoluzione della pandemia». Walter Ricciardi - docente di Igiene alla Cattolica di Roma e consulente del ministro Speranza nei lunghi mesi dell'emergenza - parla chiaro, partecipando all'evento sulla "Gestione del paziente fragile nella nuova stagione vaccinale autunnale", organizzato da Edra, con il contributo incondizionato di Sanofi. È sbagliato dare per chiuso il capitolo pandemia: «Sarebbe meglio definirla sindemia, a dire il vero, perché coinvolge molteplici aspetti, che vanno ben oltre la dimensione sanitaria: sociali, economici, politici. Non dimentichiamo che a causa della superficialità con la quale, soprattutto all'inizio, il governo inglese ha affrontato il Covid molte varianti sono approdate, senza grossi problemi, nell'Europa continentale». Una lezione di cui, anche oggi, bisognerebbe fare tesoro: «La variante Omicron è molto contagiosa e gli alunni a scuola senza mascherina sono un rischio».
Sanità digitale elemento fondamentale. Italia in ritardo
«La riforma costituzionale del 2001, passata per un voto, ha cambiato completamente la governance della sanità nazionale. Non è vero che prima del 2001 le Regioni non avessero alcuna autonomia in materia sanitaria, ma con la riforma questa è aumentata sensibilmente. E la logica degli amministratori regionali è la seguente: il governo ci dia più soldi e poi ci pensiamo noi». Il problema è, sottolinea Ricciardi, che ogni Regione si muove con tempi ed efficienza che variano notevolmente, come nel caso delle campagne vaccinali contro l'influenza, dove si procede in ordine sparso. Che fare allora? Tornare al centralismo, in materia di sanità, è impossibile «ma qualche cosa bisogna pur pensare per contenere un po' questi squilibri». Resta poi aperta la questione del finanziamento «È vero che durante la pandemia sono state investite molte risorse straordinarie ma in ogni caso il sistema va sostenuto in misura maggiore». E i dieci miliardi del Pnrr destinatati alla digitalizzazione? «La sanità digitale è un elemento fondamentale ma anche in questo campo l'Italia è molto in ritardo. Ora arrivano gli ingenti fondi del Pnrr, benissimo ma le Regioni saranno in grado di gestirli?».
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