Carenza farmaci, da Académie Nationale de Pharmacie appello alla Ue: creare scorta comune e ripensare produzione
Alcuni farmaci rischiano di scomparire dall'Europa, bisogna costituire delle scorte comuni e ripensare le procedure di fabbricazione". L'appello dell'Académie Nationale de Pharmacie
Alcuni farmaci rischiano di scomparire dall'Europa, bisogna costituire delle "scorte comuni europee" e ripensare "le procedure di fabbricazione": sono le proposte che arrivano dall'Académie Nationale de Pharmacie di Parigi, società scientifica francese il cui vicepresidente, il farmacista Bruno Bonnemain, in un'intervista a Le Monde, spiega le ragioni delle attuali carenze e suggerisce aree di miglioramento.
Le Monde: "la grande penuria europea di medicinali"
Le Monde, che oggi titola la prima pagina e tre interne a quella che definisce "la grande penuria europea di medicinali", riporta che "tutta l'Europa deve fronteggiare tensioni sulle forniture nelle farmacie e negli ospedali". Nell'intervista Bonnemain avverte che "alcuni medicinali rischiano di scomparire" dal nostro continente: "I farmaci più colpiti sono stati prima gli antitumorali, gli antibiotici, gli antinfiammatori. Ma, in realtà, tutte le classi terapeutiche ne risentono. Si tratta principalmente di farmaci vecchi e poco costosi, il più delle volte generici. Abbiamo molte forniture interrotte in questo momento nelle farmacie, ma ce ne sono almeno altrettante a livello ospedaliero. Gli iniettabili, utilizzati principalmente negli ospedali, sono molto più colpiti rispetto alle forme secche e solide". Il farmacista richiama le molteplici cause, dalla mancanza di blister degli imballaggi che richiedono alluminio che proviene principalmente dall'Ucraina, alla mancanza di vetro, "oltre a questi fenomeni congiunturali, ci sono vecchi fenomeni strutturali".
Produzione farmaci: ripensare i processi produttivi esternalizzati
"Nel complesso - aggiunge Bonnemain - c'è stata una tendenza a esternalizzare la produzione in altri paesi. In primo luogo, l'arrivo dei generici una ventina di anni fa, ha posto all'industria farmaceutica il problema dei margini sui vecchi prodotti. Ciò l'ha portata a delocalizzare la produzione di materie prime e persino di prodotti finiti in Asia per ridurre i costi. Poi, i vincoli normativi ambientali europei hanno spinto i produttori a produrre in Asia, in particolare in India, dove sono molto più blandi. Ci troviamo in una situazione in cui i rendimenti sono così bassi che nessuno può investire. Nel 2023, una serie di prodotti dovrebbe scomparire dal mercato francese". Secondo Bonnemain questa esternalizzazione "ha notevolmente complicato la catena di produzione e la commercializzazione del prodotto. Molteplici attori possono intervenire oggi su questa catena, in mod che il minimo granello di sabbia nel sistema complichi tutto. Vent'anni fa, le aziende producevano prodotti dall'inizio alla fine e quindi controllavano l'intera catena di fornitura". Di qui, l'appello all'Unione europea di costituire scorte a livello europeo e di ripensare i processi produttivi.
Monitoraggio carenze antibiotici Ue: situazione migliorerà nei prossimi mesi
L'Europa al momento ha garantito lo stretto monitoraggio sulle carenze, in particolare sugli antibiotici attraverso il Gruppo direttivo esecutivo sulla carenza e la sicurezza dei farmaci (Mssg) come ha spiegato nei giorni scorsi una nota. Il Mssg e il gruppo di lavoro Spoc (Medicines Shortages Single Point of Contact) specificatamente dedicato alle carenze "continueranno a monitorare da vicino la situazione insieme alla Commissione Ue e agli Stati membri" e in base alle "informazioni delle aziende e delle parti interessate", la previsione è che il quadro carenze "migliorerà nei prossimi mesi". In particolare, l'Agenzia europea dei farmaci si è confrontata anche con altri enti regolatori internazionali. Mssg e Spoc hanno monitorato attentamente la situazione dal novembre 2022 e "diverse misure sono state attuate a livello degli Stati membri, per garantire che i pazienti possano ricevere cure adeguate", assicurano le organizzazioni al lavoro: dall'aumento della capacità produttiva, a strumenti di flessibilità normativa (forniture eccezionali di determinati prodotti o forme non ancora autorizzate; deroghe totali o parziali a particolari requisiti di etichettatura o confezionamento), alla distribuzione temporanea di dosi unitarie. In ogni caso, "si ricorda a pazienti e operatori sanitari che sono disponibili alternative in caso di carenze" e quanto sia "importante che gli antibiotici vengano usati con prudenza, per mantenerne l'efficacia ed evitare l'antimicrobico-resistenza. Gli antibiotici, compresa l'amoxicillina - si ribadisce - devono essere prescritti solo per trattare le infezioni batteriche. Non sono adatti per il trattamento di infezioni virali come raffreddore e influenza, sui quali non sono efficaci".
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A cura di Redazione Farmacista33
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