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20 Marzo 2024

Fuga da professione: insoddisfazione su retribuzione, bonus e welfare. Da survey nuovi dati

Una survey lanciata da Conasfa tra i farmacisti collaboratori monitora le cause alla base dell’abbandono della professione: la retribuzione resta la criticità principale, ma non soddisfano i bonus per obiettivi e il welfare aziendale

di Francesca Giani


Fuga da professione: insoddisfazione su retribuzione, bonus e welfare. Da survey nuovi dati

L’abbandono della professione è un fenomeno che sta destando sempre più preoccupazione e che vede diverse cause. Tra i nodi individuati, quello relativo alla retribuzione è avvertito in maniera generalizzata, ma a pesare sul grado di soddisfazione lavorativa e di stress c’è anche il bilanciamento tra vita privata e lavorativa, la gestione del carico di lavoro e lo sviluppo formativo e professionale. Dal Conasfa - che nei mesi scorsi aveva condotto una survey tra i farmacisti non titolari per indagarne la percezione - è stata rilanciata la riflessione, nell’intento di iniziare a raccogliere criticità e strategie di miglioramento, anche alla luce della prossima scadenza contrattuale.

Scadenza contrattuale vicina. Riavviare la riflessione sul tema della fuga dalla professione
«L’uscita dalla professione è forte in Italia, come in diversi Paesi europei, e preoccupa soprattutto in termini di ricadute che alla lunga può avere sul servizio» spiega Angela Noferi, presidente Conasfa. «Al contempo, tuttavia, costituisce un sintomo, una manifestazione cioè di un malessere che riguarda una intera categoria». Proprio per cercare di individuare le ragioni del fenomeno, formulare ipotesi e proposte, dal Conasfa, tra luglio e agosto 2023, è stata condotta una survey, di cui una prima parte è stata presentata a FarmacistaPiù e un secondo step, con ulteriori risultati, è stato al centro di un webinar e di nuove riflessioni. «Stiamo tenendo aperto, anche attraverso i nostri canali social, il dibattuto su queste tematiche, perché ci sembra fondamentale promuovere il dialogo sulle criticità vissute, per arrivare a elaborare strategie di miglioramento, soluzioni e proposte condivise». Questo «è quanto mai importante, anche alla luce della scadenza a fine agosto del CCNL e del riavvio del percorso verso il rinnovo del contratto».

La Survey, articolata in 14 aree prese in esame attraverso 95 domande, è stata sviluppata in collaborazione con professionisti esperti nell'ambito della psicologia del lavoro, appartenenti ad AltraPsicologia, Associazione Nazionale Psicologi. «La partecipazione è stata molto significativa: sono stati oltre 2030 i questionari validi raccolti e i colleghi che hanno risposto risultano distribuiti in tutte le Regioni, nelle diverse tipologie di farmacie – privata, comunale, catena – e di categorie dimensionali – da 1 a 5 dipendenti; da 6 a 10; con più di 10».

Retribuzione, bonus e welfare: pesano su insoddisfazione ma c’è margine di miglioramento
Interessanti i nuovi risultati, che sono stati evidenziati anche nel corso del webinar: «Da una serie di nuove analisi condotte di recente sui dati» ha spiegato Tommaso Ciulli, Consigliere dell'Ordine degli Psicologi della Toscana «sono state evidenziate le principali dimensioni che impattano sul grado di soddisfazione lavorativa, su stress e burn out e, di conseguenza, anche sulla tendenza all’abbandono della professione». L’elemento che emerge con più forza e in maniera generalizzata è quello relativo alla «retribuzione, anche perché è un aspetto con cui si fa i conti nel quotidiano e che è reso ancora più complicato dalla spinta inflattiva».

Si tratta, a ogni modo, di un ambito composito che, proprio per portare spunti di riflessione, è stato preso in esame nelle sue diverse sfaccettature, dal «salario mensile, alla presenza di bonus per obiettivi, a premi di risultato, sino all’ampia categoria del welfare aziendale. Nel complesso» continua Ciulli «c’è un alto grado di insoddisfazione, che, in relazione al salario mensile, è generalizzato in tutte le tipologie e le dimensioni di farmacie. Aspetti, invece, come bonus e welfare risultano essere leggermente più sviluppati nei contesti delle farmacie comunali o delle catene – forse anche in relazione alla presenza, spesso, della funzione delle risorse umane –, mentre nelle farmacie di più piccole dimensioni e meno strutturate presenta un più ampio margine di miglioramento. Va detto, però, che, al netto di queste piccole differenziazioni, anche per questi ambiti il grado di insoddisfazione dichiarato è molto elevato, anche perché spesso manca all’origine una condivisione di obiettivi e del sistema valoriale».

Burnout a livelli di attenzione. Tra le leve la gestione dell’equilibrio casa-lavoro
Accanto a questo, a pesare «c’è senz’altro una difficoltà nella conciliazione tra la vita privata e quella lavorativa, tra casa e lavoro. Così come la mancanza di un riconoscimento dell’impegno profuso e di percorsi chiari e accessibili di crescita formativa, professionale, di carriera, che al momento sono poco strutturati».
Nel complesso, Stress e Burnout sono criticità «ben presenti. Su queste dimensioni vi è, in parte, una correlazione con il numero di dipendenti e l’organizzazione del lavoro: l’ipotesi è che un numero maggiore di dipendenti permetta di meglio distribuire il carico di lavoro, gestendo specifiche situazioni aziendali, che possono determinarsi a seguito di malattie, picchi di lavoro, ferie, e così via». Ma, in ogni caso, «in tutti i contesti, il burnout sta raggiungendo livelli elevati, a cui prestare attenzione».

Emerge, al contempo, un ulteriore elemento di riflessione: «La dimensione del riconoscimento professionale» spiega Andrea Aiazzi, psicologo e psicoterapeuta per la persona, i gruppi e le aziende, «è quella su cui il grado di soddisfazione, per quanto non buono, è più elevato. C’è, tra i farmacisti, un’alta considerazione del valore di una professione che si rivolge a pazienti e comunità; il ruolo, professionale e sociale, è gratificante», ma, in ultimo, non compensa «la fatica di una professione che, in questo, ha molte affinità con quelle riconosciute come sanitarie. Un aspetto, questo, che andrà sempre più preso in considerazione». La crisi, d’altra parte, «è un’occasione di ascolto, di elaborazione di concetti, e, di conseguenza, pone le basi per il dialogo».



TAG: WELFARE, LAVORO, CCNL, FARMACIE, FARMACISTI

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