Integratori alimentari
11 Gennaio 2024Secondo la revisione di un trial clinico, la Vitamina D in gravidanza nella dose consigliata di 4.400 UI al giorno riduce il rischio di asma e respiro sibilante nei bambini
La vitamina D, assunta in gravidanza a una dose di 4.400 unità internazionali (UI) al giorno, avrebbe un ruolo nel ridurre il rischio di andare incontro ad asma e alla condizione respiratoria nota come respiro sibilante, nei figli, rispetto al dosaggio di vitamina D standard consigliato. A mostrarlo è una ricerca pubblicata sul Journal of Allergy and Clinical Immunology da un gruppo di ricercatori del Brigham and Women’s Hospital, guidato da Scott Weiss. L’indagine è una revisione di 15 anni di dati raccolti nell’ambito dello studio clinico Vitamin D Antenatal Asthma Reduction Trial (VDAART), stratificati in modo diverso rispetto alle prime analisi pubblicate nel 2016 e nel 2020.
La vitamina D
La vitamina D è un ormone che viene prodotto dall’organismo a livello della cute con l’esposizione alla luce solare o che viene assunta, in minore quantità, con la dieta o, in caso di deficit, tramite integratori. Questa molecola è considerata essenziale per la salute delle ossa, ma ha altre funzioni nell’organismo, anche a livello di malattie autoimmuni. I livelli di vitamina D si misurano nel sangue e sono espressi in forma di livelli di 25-idrossi-vitamina D. Il livello soglia per iniziare la terapia è di 10-12 ng/mL o 25-30 nnmol/L. L’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), nell’ambito di uno specifico approfondimento sui farmaci in gravidanza, indica che il dosaggio raccomandato, anche durante l’allattamento, è di 600 UI al giorno e in ogni caso, sottolinea che “non vi sono al momento evidenze che supportino inequivocabilmente l’utilizzo di integrazione di vitamina D in gravidanza”, come si legge sul sito dell’Agenzia.
Lo studio clinico
Secondo gli autori, circa il 40% dei bambini di tre anni riferisce di soffrire di respiro sibilante quotidianamente, mentre all’età di sei anni, al 20% viene diagnosticato l’asma. Finora, il legame tra asma e vitamina D è stato controverso e lo stesso studio VDAART, dai dati pubblicati nel 2016 e nel 2020, aveva trovato solo evidenze ‘borderline’ a tre anni e a sei anni di riduzione dell’asma dopo assunzione di vitamina D in gravidanza. Lo studio ha preso in considerazione le donne in gravidanza tra la decima e la diciottesima settimana di gestazione con una storia familiare di allergie o asma. Una metà delle partecipanti riceveva 4.400 UI di vitamina D, oltre alla dose standard di 400 UI, mentre l’altra riceveva un placebo e la dose standard. Nella nuova analisi i ricercatori hanno stratificato i risultati in base al livello di vitamina D nel gruppo di controllo e così, entrambi i confronti sono risultati significativi, con una riduzione del 50% dei casi di asma e respiro sibilante nei figli di donne che avevano assunto alte dosi di vitamina D durante la gravidanza rispetto al placebo.
Fonte:
Weiss S. T. et al., Prenatal vitamin D supplementation to prevent childhood asthma: 15-year results from the Vitamin D Antenatal Asthma Reduction Trial (VDAART). The Journal of Allergy and Clinical Immunology (2023) – doi: 10.1016/j.jaci.2023.10.003
Aifa – FAQ – Farmaci a base di vitamina D
https://www.aifa.gov.it/domande-e-risposte-sui-farmaci-a-base-di-vitamina-d
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