Farmacia
19 Luglio 2023 Nel Lazio le farmacie che hanno spazio sufficiente nel locale principale possono dotarsi di spazi distaccati, anche condivisi con altre farmacie, per utilizzarli come magazzino, laboratorio galenico o per l’erogazione di servizi sanitari
Le farmacie che non dispongono di spazio sufficiente nel locale principale possono dotarsi di spazi distaccati, anche condivisi con altre farmacie organizzate in rete, per utilizzarli come magazzino, laboratorio galenico o per l’erogazione di servizi sanitari. È quanto ha stabilito la Determina G09733 del 14/07/2023 della Regione Lazio in cui sono state definite le “Linee guida per l’utilizzo di locali distaccati dalla farmacia” che dettano, tra le altre cose, la destinazione d’uso, i criteri per l’autorizzazione e la gestione di personale e utenti. “Dopo la Liguria”, che all’inizio dell’anno ha deliberato in materia, come ricorda una nota di Federfarma Roma, il Lazio fa da “apripista in tema di locali separati per permettere una migliore strutturazione dell’esercizio farmaceutico e l’erogazione di servizi alla cittadinanza”.
Condizioni, autorizzazione, segnaletica e obblighi da rispettare
Le condizioni affinché le farmacie possano utilizzare locali distaccati sia per lo svolgimento di servizi sanitari, sia da adibire a magazzino o laboratorio galenico sono due: non ci siano disponibili locali adiacenti da poter mettere in comunicazione con quelli principali, i locali principali non dispongano di spazio sufficiente.
Vanno, in particolare, rispettati alcuni obblighi, come per esempio sulla vendita di farmaci e parafarmaci che “deve continuare ad essere svolta SOLO all’interno dei locali principali”. I locali distaccati utilizzati come magazzino o laboratorio galenico non sono aperti al pubblico e non hanno un’insegna. Ma se usati per l’erogazione di servizi sanitari come vaccini, tamponi, esami clinici, telemedicina, ecc. sono “accessibili all’utenza” e “al fine di non ingenerare confusione, devono essere dotati di un’insegna (non di croce verde) che consenta di riconoscere agevolmente i servizi erogati”.
Per lo svolgimento dei servizi “ci si potrà avvalere di professionisti esterni (infermiere, fisioterapista) la cui presenza dovrà essere debitamente segnalata all’utenza mediante apposito cartello da esporre all’esterno dei locali”.
Previsto inoltre l’utilizzo condiviso dei locali esterni con “più farmacie autonomamente organizzate in rete”. In questo caso, “va definita chiaramente in apposito documento, da inviare alle Aziende Unità Sanitarie Locali competenti per territorio, la definizione delle responsabilità che devono essere riferite esclusivamente ad uno dei Direttori delle farmacie aderenti alla rete”.
Rispettare la pianta organica: evitare una sostanziale duplicazione delle farmacie Per quanto riguarda la localizzazione, le linee guida stabiliscono che “i locali distaccati con accesso al pubblico devono essere ubicati all’interno della propria pianta organica e, comunque, ad una distanza minima di 200 m dalla farmacia più vicina”. Mentre quelli “senza accesso al pubblico possono invece essere collocati anche al di fuori della propria sede farmaceutica di competenza, purché all’interno del comune”.
I locali distaccati devono essere autorizzati, previa domanda, con apposito provvedimento e relativo parere igienico-sanitario a cui seguirà un nuovo Decreto autorizzativo che includerà anche i locali separati.
La Determina del Lazio, “immediatamente vigente”, sottolinea Federfarma Roma accoglie “le numerose istanze proposte dalla Conferenza dei Servizi, da Federfarma Lazio, Federfarma Roma, nonché dall’Ordine dei Farmacisti di Roma”. Si tratta, fa notare il sindacato di “un nuovo e importante passo avanti nella strutturazione della Farmacia dei Servizi”. La Regione, infatti, in premessa esprime l’intenzione di “agevolare le farmacie nel caratterizzarsi sempre più marcatamente quali presidi sanitari di prossimità rappresentanti un elemento fondamentale ed integrante del Servizio sanitario nazionale che assicura quotidianamente prestazioni di servizi sanitari a presidio della salute della cittadinanza”, ma anche di “non ingenerare confusione nei cittadini, che devono poter disporre di informazioni chiare sui servizi sanitari erogati dalle farmacie” e anche di “evitare una sostanziale duplicazione delle farmacie attive in una determinata zona”.
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