Governo
14 Settembre 2023 Si è tenuto a Roma alla Camera dei deputati il convegno “Natalità: work in Progress”, insieme per una nuova primavera demografica” organizzato dalla Sigo, Società italiana di ginecologia e ostetricia
«Oggi il contrasto al calo delle nascite è tornato a essere una priorità, lo è per questo Governo per cercare finalmente di invertire la rotta. C’è però un aspetto sanitario sul quale occorre intervenire nell’immediato e riguarda la tutela della salute riproduttiva, soprattutto se consideriamo che attualmente, sempre più coppie programmano di avere un figlio dopo i 35 anni. Abbiamo istituito presso il Ministero un tavolo tecnico incaricato di approfondire le tematiche riguardanti gli stili di vita per proteggere la salute riproduttiva. Allo stesso tempo è necessario un ulteriore impegno affinché sia garantita a tutte le coppie la possibilità di accedere a strutture e servizi preposti alla tutela della salute riproduttiva». Il ministro della Salute Orazio Schillaci sintetizza in poche frasi l’emergenza che ormai si usa chiamare “inverno demografico”, tra i temi del convegno “Natalità: work in Progress”, insieme per una nuova primavera demografica”, che si è tenuto alla Camera dei deputati, organizzato dalla Sigo, Società italiana di ginecologia e ostetricia, con la partecipazione delle massime cariche istituzionali.
Procreazione assistita: maggiore ricorso a centri pubblici e privati convenzionati
Negli ultimi dieci anni, in Italia, la denatalità è in continuo aumento, toccando, cifre Istat, il record nel 2022: 390mila nascite a fronte di 700mila decessi, con un progressivo calo della popolazione, che potrebbe essere di alcuni milioni di persone nei prossimi anni. A meno che non si inverta la tendenza.
Schillaci si è soffermato anche sulla procreazione medicalmente assistita (Pma): «Gli ultimi dati disponibili indicano che nel 2021, dopo la battuta d’arresto registrata durante la pandemia, c’è stata una ripresa dell’applicazione di tutte le tecniche di Pma. In particolare, i cicli di Pma nell’anno 2021 hanno registrato un aumento del 36% rispetto al 2020, le gravidanze del 50% e i bambini nati vivi del 49%. Inoltre, si è registrato un maggiore ricorso ai centri pubblici e privati convenzionati rispetto a quelli privati sebbene quest’ultimi siano numericamente superiori».
Sangiuliano: cambiare i modelli culturali
«L’esperienza di altri paesi simili all’Italia suggerisce di adottare misure che possano favorire la genitorialità, quali il potenziamento degli asili nido e degli istituti sociali, così da consentire alle donne di diventare mamme senza per questo dover rinunciare alla propria realizzazione professionale. Le culle vuote non sono solo indice di un declino demografico. Sono il segnale che il futuro del nostro Paese sarà incerto se la rotta non sarà invertita», è l’ammonimento del presidente della Camera Lorenzo Fontana. Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano allarga invece il discorso: non si tratta solo di questioni economiche, ma anche di modelli culturali che oggi «non pongono al centro la famiglia, ma pongono altri temi culturali che non sto qui a contestare. Quindi il modello culturale è un tema centrale anche rispetto al tema demografico. È evidente che la politica deve porsi il tema della genitorialità della famiglia e anche dei relativi modelli culturali. La famiglia deve tornare a essere un modello positivo all’interno della società. Così purtroppo non è stato negli ultimi anni». Gli fa eco Oggi c’è un problema di infertilità crescente. Dobbiamo occuparcene fin da subito. Il calo demografico non si vince se non facciamo tutti insieme uno sforzo. Tutta l’Europa è sotto il tasso di sostituzione. C’è bisogno di uno sforzo collettivo».
Gli fa eco Eugenia Maria Roccella, ministro per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, aggiungendo che «oggi c’è un problema di infertilità crescente. Dobbiamo occuparcene fin da subito. Il calo demografico non si vince se non facciamo tutti insieme uno sforzo. Tutta l’Europa è sotto il tasso di sostituzione. C’è bisogno di uno sforzo collettivo».
Blangiardo: si rischia il crollo del Pil
«A parità di condizioni, il solo effetto demografico comporterà una perdita di 500miliardi di Pil nell’arco di una ventina d’anni. Gli 800mila ultranovantenni di oggi, diventeranno 2milioni 200 mila, di cui 150mila circa ultracentenari. Ora in un paese di questo tipo devi cercare risorse nuove. Queste, sono solo due delle grandi conseguenze della denatalità. Oggi le mamme sono meno mamme in età riproduttiva, parliamo di 12 milioni di donne oggi in età feconda, un dato che tenderà a diminuire nel tempo. Aiutiamo i nostri figli ad uscire dal nido e a fare la scelta della genitorialità. Dobbiamo trasmettere questo senso del rischio ai nostri figli, di mettersi in gioco. La genitorialità è mettersi in gioco», la previsione di Gian Carlo Blangiardo, già presidente Istat.
Infine, le considerazioni di Nicola Colacurci, presidente della Sigo: «Siamo stati i primi a vedere le culle vuote e ci siamo posti il problema. Quest’anno abbiamo ritenuto necessario pensare questo convegno e mettere insieme tutti gli attori che potevano andare a modificare questo trend, incidendo sul tema della denatalità. a 360 gradi. è necessario affrontare la genitorialità da diversi punti di vista, socio-sanitario, culturale, formativo e istituzionale. Mi auguro che questa giornata di confronto ci possa dare risultati concreti».
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