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20 Settembre 2023 Uno studio italiano, in collaborazione con l’Iss, ha caratterizzato le varianti genetiche del Rsv associate a forme di bronchiolite particolarmente gravi nei bambini
Le varianti del virus respiratorio sinciziale (Rsv) hanno contribuito all’aumento di casi gravi di bronchiolite nei bambini. Lo suggeriscono i risultati di uno studio condotto dai virologi della Sapienza di Roma in collaborazione con il Dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e pubblicato dal Journal of Infection Lo riporta una nota dell’Istituto.
Cos’è la bronchiolite e perché è importante individuare i ceppi virali
La bronchiolite, afferma l’Iss, è una malattia spesso associata all’infezione da Rsv che può causare insufficienza respiratoria soprattutto nei bambini con età inferiore a un anno. È importante riuscire a comprendere perché alcuni di loro sviluppino forme cliniche molto gravi e tali da richiedere l’ospedalizzazione e ricovero in terapia intensiva. La caratterizzazione di questi casi, inclusa l’individuazione di ceppi virali che provocano un decorso severo dell’infezione, è di fondamentale importanza per una migliore gestione clinica e terapeutica dei pazienti e per l’utilizzo mirato di misure profilattiche già disponibili o disponibili a breve, come anticorpi monoclonali e vaccini anti- Rsv.
Variante A provoca la malattia, ma la variante B causa le ospedalizzazioni
La ricerca, finanziata da un progetto Ccm del Ministero della Salute, ha analizzato i casi ospedalizzati per bronchiolite presso i reparti del Dipartimento Materno Infantile del Policlinico Umberto I nelle stagioni pre-pandemiche, durante e dopo la pandemia, utilizzando i dati della piattaforma di sorveglianza RespiVirNet dell’Iss. I risultati hanno dimostrato che nell’autunno 2021 si è verificato un numero di ospedalizzazioni per bronchiolite da Rsv quasi doppio rispetto ai periodi pre-pandemici, probabilmente per effetto dell’allentamento delle misure di contenimento del virus. La malattia è stata causata principalmente da ceppi di Rsv sottotipo A, che circolavano anche prima della pandemia di Covid, e la gravità è stata simile a quella delle stagioni precedenti. Diversamente, le ospedalizzazioni per bronchiolite del 2022-2023, in numero simile all’anno precedente, sono state principalmente causate da nuove varianti genetiche di Rsv sottotipo B, associate a una maggiore severità della malattia se confrontata a quella delle stagioni precedenti, soprattutto per l’elevata necessità di supporto respiratorio e di ricovero in terapia intensiva.
Palamara: Rafforzare la sorveglianza epidemiologica a livello nazionale di Rsv
Afferma Guido Antonelli della Sapienza: “Un punto di forza delle nostre ricerche è quello di aver svolto un'analisi virologica dettagliata su un numero elevato di pazienti pediatrici ospedalizzati per bronchiolite durante le ultime sei stagioni invernali dal 2018-2019 al 2022-2023. In tutti i bambini ricoverati, è stata eseguita la caratterizzazione molecolare e il sequenziamento del ceppo di Rsv e una analisi statistica dettagliata dei dati demografici e clinici associati ad un maggiore rischio di forme gravi di bronchiolite.”
Spiegano Alessandra Pierangeli e Carolina Scagnolari, coordinatrici della ricerca condotta in stretta collaborazione con il gruppo di pediatri diretti da Fabio Midulla e il coordinamento del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità diretto da Anna Teresa Palamara: “Il nostro studio aggiunge nuovi elementi alla comprensione dei meccanismi patogenetici associati alle varianti di Rsv circolanti nel periodo post-pandemico. In effetti sembra che la maggiore severità della patologia e l’aumento degli ingressi in terapia intensiva riscontrato nei casi di Rsv sottotipo B, nel 2022-2023 non sono spiegabili solo dal debito immunitario associato ai periodi di lockdown”.
“Lo studio - sottolinea Palamara - evidenzia la necessità di rafforzare la sorveglianza epidemiologica a livello nazionale di Rsv, così come degli altri virus respiratori circolanti soprattutto nei mesi invernali, e di progetti di sequenziamento genomico integrati da studi che possano monitorare infettività e patogenicità delle varianti virali. Attraverso dati come quelli evidenziati da questo studio è possibile prevedere l’intensità dei picchi stagionali di casi di bronchiolite allo scopo di razionalizzare le risorse sanitarie”.
Per saperne di più:
https://www.journalofinfection.com/article/S0163-4453(23)00381-X/fulltext
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