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10 Novembre 2023

Rapporto Ocse su indicatori di salute: monitorati farmacisti, farmacie e consumo di farmaci. Ecco i dati da Health at a Glance

Il Rapporto Health at a Glance dell’Ocse mette a confronto gli indicatori chiave della salute della popolazione illustrando le differenze in termini di stato di salute, fattori di rischio per la salute, accesso e qualità delle cure e risorse sanitarie

di Simona Zazzetta


Rapporto Ocse su indicatori di salute: monitorati farmacisti, farmacie e consumo di farmaci. Ecco i dati da Health at a Glance

Nel decennio 2011 e il 2021 il numero dei farmacisti operativi nei 38 paesi aderenti all’Ocse, tra cui l’Italia, è salito in media del 20% raggiungendo 85 farmacisti ogni 100.000 abitanti. Varia di molto però la densità di professionisti per numero di abitanti che passa da un minimo di 19 su 100.000 in Colombia a 199 su 100.000 in Giappone. La situazione italiana colloca al terzo posto con 128 farmacisti ogni 100.000 abitanti. Quanto al numero di farmacie di comunità, se la media Ocse è di 28, l’Italia si attesta al di sopra, supera Francia con 31 e Germania, con 23 in un renage che va da un minimo di 9 in Danimarca a 97 in Grecia, sempre ogni 100 mila abitanti. Sono i dati resi dal rapporto “Health at a Glance 2023” pubblicato dall’Ocse confronta gli indicatori chiave per la salute della popolazione e la performance dei sistemi sanitari nei paesi membri, nei paesi candidati all’adesione e nei principali paesi partner. Tra gli indicatori è incluso anche il settore farmaceutico con dati su professionisti, servizi e consumo di farmaci.  

Diffusione delle farmacie e ruolo dei farmacisti
Il numero di farmacie di comunità varia molto da 9 in Danimarca a 97 in Grecia. In Danimarca, in particolare, la densità delle farmacie è quasi raddoppiata tra il 2011 e il 2021 ma questo paese ha il numero minore di farmacie che sono spesso di grandi dimensioni e comprendono farmacie filiali e unità farmaceutiche sussidiarie collegate a una farmacia principale.
La gamma di prodotti e servizi forniti dalle farmacie varia da paese a paese: nella maggior parte dei casi le farmacie vendono anche cosmetici, integratori alimentari, dispositivi medici e prodotti omeopatici.
I farmacisti sono professionisti sanitari altamente qualificati il cui ruolo chiave è gestire la distribuzione dei medicinali ai consumatori/pazienti e supportarne l'uso sicuro ed efficace. La maggior parte dei farmacisti lavora nelle farmacie al dettaglio della comunità, ma molti lavorano anche negli ospedali e nell'industria, nonché in contesti accademici e di ricerca. In Canada nel 2021 oltre il 75% dei farmacisti esercitanti lavorava nelle farmacie comunitarie, mentre il 20% lavorava negli ospedali e in altre strutture sanitarie. In Giappone, nel 2020 circa il 59% dei farmacisti lavorava nelle farmacie comunitarie, mentre circa il 19% lavorava in ospedali o cliniche e il restante 22% in altri contesti.
Il ruolo del farmacista territoriale si è ampliato negli ultimi anni. Oltre a dispensare farmaci, i farmacisti forniscono sempre più assistenza diretta ai pazienti (come vaccinazioni, aderenza ai farmaci e supporto nella gestione delle malattie croniche e revisione dei farmaci a domicilio), sia nelle farmacie comunitarie che come parte di team integrati di operatori sanitari. In paesi come Belgio, Finlandia, Italia, Svizzera e Regno Unito, i farmacisti svolgono anche un ruolo maggiore nella promozione della salute e nella prevenzione delle malattie, anche nelle zone rurali. In molti paesi dell’OCSE, l’ambito di attività dei farmacisti comunitari è stato ulteriormente ampliato in risposta al COVID-19.

Il farmacista viene chiamato in causa anche nella diffusione dei farmaci equivalenti, in quanto molti paesi hanno introdotto incentivi anche per i farmacisti, oltre che per medici e pazienti per rilanciare i mercati dei farmaci generici. In Svizzera, per esempio, i farmacisti ricevono una tariffa per la sostituzione dei generici; in Francia, le farmacie ricevono dei bonus se i loro tassi di sostituzione sono elevati. In molti paesi, i pagatori terzi finanziano un importo di rimborso fisso per un determinato medicinale, consentendo al paziente di scegliere tra il produttore o il generico, ma assumendosi la responsabilità di qualsiasi differenza di prezzo.  


Consumo di farmaci: cresce in tutti i paesi, +10% dal 2019
Il Report dell’Ocse ha rilevato anche il consumo di farmaci come indicatore di salute che risulta in aumento da decenni, spinto da una crescente necessità di farmaci per il trattamento delle malattie croniche e legate. Il focus del report è su quattro categorie di farmaci utilizzati in condizioni croniche: antipertensivi, ipocolesterolemizzanti, antidiabetici e antidepressivi in quanto sono destinati al trattamento di malattie la cui prevalenza è aumentata notevolmente nei paesi OCSE negli ultimi decenni. Il consumo di farmaci antipertensivi è aumentato in media di circa l’8% tra il 2011 e il 2021, ed è quasi triplicato in Cile. Il livello più alto è rimasto in Germania, che ha riportato livelli di consumo quasi cinque volte superiori a quelli osservati in Corea. L’Italia non ha visto variazioni importanti e resta sulla media Ocse. Queste variazioni probabilmente riflettono sia le differenze nella prevalenza dell’ipertensione sia le variazioni nella pratica clinica. Una crescita molto maggiore è stata osservata nell’uso di farmaci che abbassano il livello di colesterolo: l’aumento medio del consumo nei paesi OCSE è di quasi il 60%. Danimarca, Regno Unito e Norvegia hanno riportato i livelli di consumo pro capite più elevati nel 2021, con una variazione di oltre cinque volte nei livelli di consumo tra i paesi OCSE. In Italia è aumentato progressivamente ma il consumo è rimasto al di sotto della media Ocse.

Anche l’uso di farmaci antidiabetici è cresciuto del 30% ed è più che raddoppiato in Canada e Cile. La crescita nei paesi può essere spiegata in parte dalla crescente prevalenza del diabete, che è in gran parte legata alla crescente prevalenza dell’obesità, un importante fattore di rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2. Nel 2021, il consumo di farmaci antidiabetici è stato più alto in Canada e più basso in Austria e Lettonia, con una variazione più che doppia. Anche in questo caso l’Italia resta sotto la media senza variazioni significative.
Il consumo di farmaci antidepressivi è aumentato di quasi il 50% nei paesi Ocse, più che triplicato in Cile e raddoppiato in Corea, Lettonia ed Estonia. Oltre a un potenziale aumento del carico di malattie mentali, ciò potrebbe anche riflettere un migliore riconoscimento dei disturbi di salute mentale e l’evoluzione delle linee guida cliniche e della disponibilità di terapie, nonché della prescrizione a lungo termine. Nel 2021 c’è stata una variazione significativa tra i paesi, l’Islanda ha riportato il livello di consumo più alto, a un tasso otto volte quello della Lettonia. L’Italia si attesta sotto la media con un progressivo aumento.
Nei paesi Ocse il consumo di farmaci ha avuto un’accelerazione tra il 2019 e il 2021 con un aumento in media per le quattro categorie di farmaci di circa il 10%, ad eccezione dei farmaci antipertensivi, il cui il consumo è rimasto relativamente stabile e addirittura è diminuito in alcuni paesi. Questo andamento nei consumi, si legge nel report, può in parte riflettere le differenze nel peso della malattia dopo la pandemia di COVID-19 – ad esempio, la maggiore prevalenza di ansia e depressione.



Report Ocse Health at glance

TAG: CONSUMO DI FARMACI, ORGANIZZAZIONE PER LA COOPERAZIONE E LO SVILUPPO ECONOMICO (OCSE), FARMACISTI, FARMACIE

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