salute
20 Maggio 2024“Obesità in Italia: Percezioni, Costi e Sfide per il Futuro” uno studio per analizzare l’evoluzione normativa nazionale sull’obesità e catturare le percezioni dei cittadini e delle istituzioni riguardo a questa patologia
L’85% degli italiani considera l’obesità una patologia complessa, influenzata da molteplici cause, tra cui fattori genetici, endocrino-metabolici, ambientali e comportamentali. È uno dei dati più significativi emersi dal documento “Obesità in Italia. Percezioni, costi e sfide per il futuro”, realizzato da IPSOS, I-COM e Università del Piemonte Orientale (UPO) con il supporto di Lilly International e presentato durante Congresso Europeo sull’Obesità 2024, e rappresenta un cambiamento significativo nella percezione pubblica, che va oltre l’idea tradizionale che l’obesità sia semplicemente il risultato di una cattiva alimentazione e di stili di vita scorretti.
Inoltre, il 73% degli italiani ritiene che l’obesità sia una delle malattie più diffuse e una delle principali cause di mortalità indicando una crescente consapevolezza del pubblico riguardo alla gravità di questa condizione. Circa la metà degli italiani (49%) è consapevole che l’obesità è una malattia cronica e un fattore di rischio per altre patologie, denotando una comprensione più profonda delle sue implicazioni a lungo termine sulla salute anche se meno di un terzo (29%) la considera una conseguenza di cattive abitudini, e solo il 4% la vede come un mero problema estetico.
Globesità: tra le sfide sanitarie globali
L’obesità è una delle principali sfide sanitarie globali, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha coniato il termine “Globesità”. In Europa, secondo il rapporto OMS 2022, più della metà degli adulti e un terzo dei bambini sono in sovrappeso o obesi. L’obesità è responsabile di almeno 2,8 milioni di decessi all’anno e collegata ad almeno 200 complicanze, tra cui diabete di tipo 2, tumori, ipertensione, malattie coronariche e apnee ostruttive. Rispetto ai soggetti normopeso, le persone con obesità hanno 12 volte più probabilità di sviluppare almeno quattro patologie correlate. Nonostante la gravità del problema, l’obesità non è stata riconosciuta come una priorità nelle agende politiche per molto tempo. Tuttavia, una crescente consapevolezza tra le istituzioni sta spingendo verso maggiori investimenti in prevenzione, sensibilizzazione e cura.
Secondo Umberto Agrimi, Direttore del Dipartimento Sicurezza alimentare, nutrizione e sanità pubblica veterinaria dell’Istituto Superiore di Sanità “l’obesità rappresenta una sfida clinica ed economica che, se non affrontata, avrà ricadute negative sulle generazioni future e sul sistema sanitario nazionale. Si prevede che l’impatto economico dell’obesità raggiungerà l’8,4% della spesa sanitaria totale nei paesi OCSE entro il 2050. In Italia, i costi totali ammontavano a 13,34 miliardi di euro nel 2020, di cui il 59% rappresentava costi sanitari diretti e il 41% costi indiretti”.
A livello europeo, nel 2020 la Commissione ENVI del Parlamento UE ha previsto l’inclusione dell’obesità nella lista delle malattie croniche che caratterizzano stati di particolare vulnerabilità. Nel 2021, la Commissione Europea ha pubblicato un documento che definisce l’obesità come malattia cronica recidivante, che funge da porta d’accesso a una serie di altre malattie non trasmissibili. In Italia, questi sviluppi sono stati più timidi. Nel 2019 è stata approvata all’unanimità la Mozione Pella, un primo passo che ancora non si è tradotto in un riconoscimento formale né in azioni programmatiche. Il 27 luglio 2022, la Conferenza Stato-Regioni ha approvato le Linee di indirizzo per la prevenzione e il contrasto del sovrappeso e dell’obesità.
Istituzioni supportano investimenti mirati in prevenzione
La consapevolezza dell’obesità come patologia è condivisa anche tra le Istituzioni, che supportano investimenti mirati in prevenzione, sensibilizzazione e cura, potenzialmente riducendo l’incidenza e abbattendo i costi diretti e indiretti. Ridurre il tasso di obesità del 5% potrebbe ridurre i costi economici globali del 5,2% tra il 2020 e il 2060.
In risposta a queste considerazioni, Ilya Yuffa, Presidente Lilly International ha dichiarato “Contrastare direttamente l’obesità è un nostro obiettivo prioritario. L’obesità deve essere affrontata con una visione sistemica che comprenda prevenzione, diagnosi e trattamento, progettando percorsi per i pazienti che necessitano di cure. Solo una forte collaborazione e cooperazione può aiutarci a migliorare il nostro percorso di investimenti continui in ricerca e sviluppo verso soluzioni sempre più innovative. Lilly si impegna a continuare a investire in ricerca e sviluppo per garantire la massima disponibilità dei nostri prodotti a livello globale”.
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